La popolazione bianca negli Stati Uniti è calata per la prima volta in termini assoluti dal 1790, anno in cui si cominciarono a raccogliere dati relativi al censimento. Nel 2020 il numero delle persone che si identificano come “bianchi non di origine ispanica” è sceso di 5,1 milioni, attestandosi a 191,7 milioni di persone: un calo del 2,6%. Secondo l’Ufficio demografico americano, i bianchi sono passati dal 63,7% del 2010 al 57,8% del 2020.

E’ un genocidio. Perché è quello che sta avvenendo a livello globale.E avviene non perché popolazioni superiori ce lo impongono: è il primo genocidio della storia autoinflitto, in nome della perversione buonista

C’è a dire, su questi numeri, che molti ispanici possono essere inclusi nella popolazione bianca. La categoria razziale ‘ispanici’ è priva di senso: un argentino o un cubano tipo Fidel nulla ha a che vedere con un meticcio del Chapas. Quindi i bianchi sono più del 60 per cento.

Sarà interessante scoprire un fenomeno già in atto: le popolazioni che diminuiscono si radicalizzano, diventano più ‘estremiste’. E’ un fenomeno di difesa naturale. Poi i bianchi negli Usa sono distribuiti negli Stati in modo strategico, rendendo possibile governare anche da quasi maggioranza. Soprattutto con le leggi che stanno approvando e che renderanno impossibile moltiplicare i voti come fatto da Biden andandoli a raccattare casa per casa nei quartieri non più americani.

Gli Usa hanno davanti tre strade alternative: una secessione de jure oltre a quella di fatto che è una realtà già evidente, una guerra civile permanente tra le componenti razziali della società oppure il dominio – democratico – della razza bianca con una svolta trumpista della società.

Segui Vox