L’Italia brucia: pompieri, centinaia di interventi in Sicilia e Calabria con pochi mezzi

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7 pensieri su “L’Italia brucia: pompieri, centinaia di interventi in Sicilia e Calabria con pochi mezzi”

  1. Ne ho fin sopra i capelli di sentirmi raccontare tramite TG la favoletta degli incendi “dovuti alle alte temperature”, sottintendendo che si tratti di autocombustione o altre palle del genere. Accendere fuochi è MOLTO più complicato di quanto possa pensare chi non ha mai provato a farlo con mezzi di fortuna. Un fuoco si accende se c’è la NETTA VOLONTA’ di accenderlo e si usano con determinazione gli strumenti adeguati per accenderlo.

    Da quanto sopra, deriva che ad appiccare gli incendi sono due categorie di persone: i deficienti conclamati (natura colposa, e non credete alle “cicche” di sigaretta o agli scarichi arroventati delle auto – il più delle volte sono i vacanzieri o i contadini ad accendere i fuochi di proposito, anche se non certo con l’intenzione di carbonizzare il circondario per chilometri) e i criminali (natura dolosa). In entrambi i casi occorre TOGLIERE DI MEZZO costoro. Invece di andare a caccia di gente che va in piazza a viso scoperto, sarebbe ora di impiegare il personale disponibile per acciuffare chi appicca incendi, e fare in modo che venga applicata nel modo più crudo possibile la normativa sulla STRAGE, cosa che non sarebbe neppure più tanto scandalosa anche in caso di mancanza di morti (se si considera come la stessa normativa è stata applicata a Macerata). Chi incendia, dolosamente o colposamente, SA che un incendio può potenzialmente uccidere decine di persone – aspettiamo di vedere una intera comitiva di Scout della parrocchia soffocati lungo qualche rivo per capirlo? Frequento da decenni zone nelle quali un incendio galopperebbe tra i boschi come un purosangue, e posso affermare che in certe condizioni non riusciresti al levarti di torno in tempo neppure se fossi Pietro Mennea.

    Ricordo il caso, anni fa, di un gruppo di tre persone avvistate da un elicottero nell’atto di appiccare un punto di innesco tra i tanti dell’ennesimo incendio doloso sul Gargano. Ricordo, nei TG, le affermazioni tipo “han fatto perdere le tracce prima che sia stato possibile l’arresto”. Aggiungete una persona del mestiere all’equipaggio degli elicotteri in questione, dotandolo di un fucile adeguato e dandogli la concreta possibilità legale di usarlo, poi vediamo se “non è possibile l’arresto”.

    Stragisti, non piromani. Stragisti. Anzi, peggio, ve lo dice chi ha camminato tra le rovine dell’area di Deiva ai tempi del disastroso incendio che risale ormai diversi anni fa. Ancora oggi, quell’area è ridotta a una sterpaglia arida, e chissà quanti decenni ci vorranno prima che FORSE possa riprendersi una vegetazione più consistente (già, perché quando per decenni il terreno viene dilavato dalle piogge non è assolutamente garantito che la vegetazione possa nuovamente attecchire in modo efficace).

    Va be’. Diciamo che questo è uno sfogo. Non cambierà nulla., e l’anno prossimo saremo da capo con le stesse porcate e le stesse litanie televisive. Forse sono il preludio allo stato di emergenza da promulgare a partire dal 1 gennaio 2022 in sostituzione di quello attuale, in scadenza?

  2. “Pare” che siano al 90% dolosi… Del resto, stessa cosa sta accadendo in Africa (e nei tg ummigrazionisti la “giustificano” dicendo che “servono per preparare la terra a nuove colture”): chissà come mai.
    Mondo dimmerda: anzi, gente dimmerda.

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