Alessandro in carcere nonostante testimone lo scagioni: è prigioniero politico del regime immigrazionista

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Alessandro Patelli è in carcere:

Questo ragazzino italiano in carcere per essersi difeso da spacciatore africano: prigioniero politico a Bergamo

Nonostante l’unico testimone, a parte la moglie dello spacciatore africano rimasta con lui nonostante i maltrattamenti in famiglia, confermi la versione del ragazzo:

Bergamo, testimone scagiona ragazzo italiano: “Non aveva il coltello”, primo colpo da spacciatore tunisino

Vi invitiamo a leggere perché capiate che siamo in presenza di un prigioniero politico del regime immigrazionista italiano. Ricordiamo che la custodia cautelare è un abuso quando non vi siano pericoli di reiterazione del reato o di inquinamento delle prove. Lo spacciatore è morto, e per impedire presunti inquinamenti basterebbero i domiciliari. Ma loro, quelli del regime immigrazionista, devono colpirne uno per educarne cento.

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Come l’assessore di Voghera, ai domiciliari nonostante le immagini dimostrino che è stato aggredito, anche lui da uno spacciatore nordafricano.

Per lo Stato la vita di spacciatori stranieri vale più di quella di onesti cittadini italiani. Dobbiamo riprenderci l’Italia. Alessandro e l’assessore non hanno fatto nulla di male, si sono solo difesi.

Il testimone. Un barbone. Che di fatto conferma la difesa del ragazzo.

“Sono di Urgnano, facevo il muratore fino a che la mia ditta non è fallita. Adesso vivo così”. Da sei anni la sua casa è la strada. La sua dimora. Il 60enne è anche testimone oculare.

“Cosa è successo? Mi trovavo li perché volevo mangiare qualcosa seduto sui gradini (dove si è consumato il delitto). E’ un po’ il nostro ritrovo. C’erano anche il tunisino, sua moglie e i figli e volevano riposare. Io ho dato a lui il mio panino con il formaggio che avevo preso alla mensa, e lui mi ha regalato un paio di calzini bianchi. E poi ho visto quel giovane che usciva dal portoncino di casa, aveva il casco in testa. Io il coltello non l’ho notato. Ad un certo punto i due sono rotolati a terra, il giovane ha trascinato l’altro con se. La bottiglia della birra era a terra: si è rotta dopo. Poi? Quando ho visto il sangue ho cercato aiuto, ho chiamato i carabinieri (li vicino c’è la stazione) per far arrivare l’ambulanza. Il tunisino era sporco di sangue, appoggiato sulle gambe della sua donna. Tutto qui”.

Il testimone oculare non interessato alla vicenda smentisce la compagna sottomessa dello spacciatore: il ragazzo non aveva il coltello e quindi non stava minacciando lo spacciatore.

Incrociando le due testimonianze emerge così una verità: il ragazzo è uscito di casa, lo spacciatore tunisino pluripregiudicato lo ha colpito, e lui ha reagito.

Perché Alessandro è in carcere? Alessandro è vostro figlio, cittadini lombardi che avete paura di aprire bocca per difenderlo. E’ anche tuo figlio, Salvini.




10 pensieri su “Alessandro in carcere nonostante testimone lo scagioni: è prigioniero politico del regime immigrazionista”

  1. A breve raccolte fondi, statue, edicole, santuari e beatificazione ufficiale da parte del Vaticano. Povero martire della causa globalista, battuto solo da San Floyd, vittima inerme e ingiustificata del razzismo inerente all’orribile razza bianca…

    P.S. Non scaldatevi, è puro sarcasmo.

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