Bergamo, il tunisino ucciso da italiano è il solito spacciatore con precedenti

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Nuovi particolari sul tunisino ammazzato a Bergamo da un ragazzo italiano incensurato:

Scontri razziali, l’Italia è una polveriera: italiano accoltella a morte nordafricano

E’ il solito spacciatore con molteplici precedenti. Che vive di sussidi coi soldi degli italiani mentre ne mette incinta una. Due volte.

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«Sono tutti forestieri», sussurra il barista all’angolo, che ai tavolini ha solo gente straniera e si guarda bene dal parlare dei problemi di sicurezza della zona, problemi storici, che potrebbero non avere nulla a che vedere con l’omicidio, ma che ultimamente si sono spostati proprio lì, all’inizio di via Novelli, davanti al palazzo dove il tunisino Tayari, 34 anni, da 14 a Terno d’Isola, disoccupato e con precedenti di polizia principalmente per spaccio, ha smesso di respirare. Era tra le braccia della moglie Eleonora Turco e davanti aveva le due figlie, la più piccola di 2 anni, nel passeggino, e la maggiore in piedi a registrare ogni istante. Accusato di averlo colpito cinque volte con un coltellino a serramanico, è Alessandro Patelli, giardiniere di 19 anni, incensurato, che abita con i genitori proprio oltre il portone dove tutto è avvenuto. Lavora con il padre e ha un fratello.

Quindi si chiarisce che il nordafricano morto è il solito spacciatore. Che è poi il ‘lavoro’ che troppi di loro fanno. E’ il secondo spacciatore ammazzato da un Italiano in Lombardia.

Poi scopriamo altro:

Il movente sarebbe racchiuso in un litigio, banale, casuale. Alle 13, Patelli rientra. Tayari e la famiglia stanno bevendo e mangiando qualcosa sul marciapiede vicino al suo portone d’ingresso. Si urtano, il ragazzo pronuncia una frase del tipo «non riesco nemmeno a entrare a casa mia» e si scambiano poche frasi. Patelli sale nell’appartamento al primo piano e sembra finita lì. Ma quando poco dopo riscende, il diverbio riprende e degenera in una lite. Il giovane impugna il coltello e aggredisce il tunisino, che barcolla verso la moglie. La birra gli scivola dalle mani e crolla. I primi a soccorrerlo sono un ragazzo e una ragazza di passaggio in città, gli zaini in spalla. Lui si china e cerca di tamponare le ferite all’addome, mentre arrivano le ambulanze e i carabinieri sono già sul posto. La caserma di Bergamo Bassa è a un numero civico di distanza. E così anche Patelli viene bloccato immediatamente e il coltello sequestrato.

Purtroppo il ragazzo italiano si è rovinato la vita perché lo Stato italiano non è stato in grado di espellere lo spacciatore tunisino. Magari perché aveva figliato in Italia.




11 pensieri su “Bergamo, il tunisino ucciso da italiano è il solito spacciatore con precedenti”

  1. Ho visto le foto sue e della sua compagna al TG1: fanno schifo ambedue. Le bambine non hanno perso nulla alla fine. Un padre del genere e degnere, è meglio perderlo.

I commenti sono chiusi.