Black Lives Matter, Osaka e Biles fuori da Olimpiadi: mai fidarsi dei rigoristi

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Alla fine, quando arriva il momento topico, non puoi fidarti dei rigoristi.

Naomi Osaka e Simone Biles erano le regine annunciate alla vigilia di questa Olimpiade che doveva celebrare il globalismo, olimpiadi imposte ad una popolazione giapponese fortemente contraria.

Entrambe hanno clamorosamente fallito. Come i rigoristi dell’Inghilterra. Entrambe attiviste per il movimento Black Lives Matter. Vite parallele tra campo e pedane. E fallimento.

Naomi Osaka, numero 2 del tennis, che ha avuto l’onore di essere ultimo tedoforo e accendere il braciere olimpico, è già uscita di scena. Simone Biles, che oggi avrebbe dovuto ripartire con la collezione di ori iniziata a Rio 2016, si è ritirata dopo un primo salto al volteggio. Un salto sbagliato, in una disciplina che non ammette l’errore.

“Un problema fisico che valuteremo di giorno in giorno”, fa sapere la federazione Usa, ma poco prima un coach dello staff si era lasciato fuggire che la Biles “Aveva un problema di salute mentale”.

“Non appena salgo in pedana siamo solo io e la mia testa… e lì ci sono démoni con cui devo confrontarmi”. Ha poi confessato la Biles.

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Più o meno lo stesso discorso della Osaka, che si era ritirata dal Roland Garros pur di non sottoporsi alle interviste post match e poi da Wimbledon: “La verità è che ho sofferto di depressione dallo Us Open 2018 e ho faticato molto a convivere con tutto questo. Chi mi conosce sa che sono introversa, spesso ho le cuffie, che mi aiutano a controllare la mia ansia sociale”.

“Dovrei essere abituata alla pressione – ha detto la mezza giapponese di madre haitiana e cresciuta negli Usa -, ma forse è ancora più forte perché ero ferma da troppo tempo. Almeno non ho perso al primo turno…”. E’ uscita al secondo.

Non ti puoi fidare dei rigoristi.

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8 pensieri su “Black Lives Matter, Osaka e Biles fuori da Olimpiadi: mai fidarsi dei rigoristi”

      1. Appunto. I ne(g)ri sono troppo sottosviluppati a livello intellettivo (oltre che schifosi a livello estetico) per poter fare cose in cui ovviamente solo noi di razza bianca possiamo primeggiare. Nei giochi di squadra poi, sono scarsissimi. Basti pensare alle nazionali di calcio africane che in ogni Mondiale oltre gli ottavi di finale non arrivano, perchè pur avendo forza atletica non hanno tecnica proprio in virtù del loro QI sottosviluppato.

        1. Sono individualisti: fanno finta d’essere socievoli con la socializzazione “solidaristica” del “fratello” (salvo chiamarsi “sporco negro” tra di loro).

    1. non so Osaka, ma nel caso di Biles trattasi di anfetamine. Biles ha usufruito da quando era bambina di una “esenzione per motivi medici” da parte della WADA, che le consentiva di assumere giornalmente un derivato delle anfetamine a causa di un asserito “deficit cognitivo dell’attenzione”. Nella pratica, le analisi della Biles risultavano sistematicamente positive a quella sostanza, ma venivano automaticamente cestinate in virtù dell’esenzione. Ai tempi della DDR questo si sarebbe chiamato “doping di stato”; oggi lo chiamano “esenzione per motivi medici”… mah.

      Comunque, per farla breve, dopo il mega scandalo delle decine di medaglie dopate e tarocche di Rio 2016, la WADA è stata di fatto costretta a revocare molte di queste “esenzioni”. Ovviamente parleranno di coincidenza, ma guarda caso, alla prima olimpiade senza anfetamine “esenti”, la Biles ha fatto flop al primo turno.

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