Voghera, Sinistra si schiera con lo spacciatore: marocchino aveva decine decreti espulsione in tasca

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La sinistra si schiera con lo spacciatore marocchino:

Le minoranze in consiglio comunale a Voghera ( Pavia) stanno preparando una mozione di sfiducia contro il sindaco Paola Garlaschelli, dopo il caso dell’assessore leghista alla sicurezza Massimo Adriatici indagato per eccesso colposo di legittima difesa. Adriatici, agli arresti domiciliari in attesa dell’udienza di convalida, si è autosospeso dalla giunta di centrodestra che governa Voghera ( Pavia) dallo scorso ottobre, ma il suo gesto non è bastato per placare le proteste delle opposizioni. “Un gravissimo episodio che è l’ennesima dimostrazione di come questa giunta non sia assolutamente in grado di affrontare i problemi della città, dalla sicurezza alle questioni sociali sino ad arrivare ai servizi per i cittadini – ha dichiarato Nicola Affronti, capogruppo in consiglio comunale dell’Udc -. In meno di un anno l’attuale amministrazione ha già fatto parlare male di sé a livello nazionale con due assessori finiti sotto inchiesta. Tra l’altro non è neppure in grado di comunicare: dopo quanto è successo l’altra sera, si sono limitati a una nota di poche righe in cui annunciavano l’autosospensione dell’assessore Adriatici. La situazione di Voghera sta peggiorando: il sindaco e la sua giunta devono andarsene”.

Assessore verso la libertà:

Sul fronte delle indagini, oggi la Procura dovrebbe inviare la richiesta di convalida dell’arresto di Adriatici, accusato di “eccesso colposo di legittima difesa”. Che potrebbe però non essere accompagnata anche dalla richiesta di convalida della misura cautelare dei domiciliari. I pm infatti potrebbero dare parere favorevole al ritorno alla libertà dell’assessore, parere tuttavia non vincolante per il gip chiamato a decidere dopo avere sentito Adriatici. Il nuovo interrogatorio, dopo il primo subito dopo il fatto, dovrebbe essere fissato per domani.

Liberate Adriatici e mettete dentro chi non è stato in grado di espellere il marocchino dopo decine di espulsioni.

La sorella dello spacciatore con decine di precedenti si copre di ridicolo:

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Lo ha descritto come “una persona non pericolosa, che aveva solo bisogno di essere aiutata”, anche la sorella di Youns, appena rientrata dalla Francia, che si è sfogata su Retequattro a “Zona Bianca”. Youns lascia due figli, un bambino di otto anni e una bimba di cinque. “Gli hanno sparato in piazza, davanti a tantissime persone – ha accusato la donna -. E adesso l’assassino si trova a casa sua, dorme bello riposato. Dove è la legge in questa Italia? Ma siamo in Italia o in una foresta?”. E ancora: “Aveva un fucile? Aveva una pistola in mano mio fratello? Rispondetemi! No, mio fratello non aveva nessuna arma in mano. E’ stato ammazzato davanti alle persone e chi l’ha ucciso adesso si trova a casa sua. Io voglio sapere se qua in Italia ammazzare o sparare è una cosa legale”. Alla domanda se sapesse che Youns dormiva per strada, la sorella ha risposto: “Si sentiva più tranquillo a dormire sulle panchine. L’altro giorno l’ha visto mio marito, è venuto a prenderlo”. E ha raccontato che la famiglia ha cercato di aiutarlo. “Abbiamo chiamato i carabinieri a Livorno Ferraris (Vercelli) – ha detto -, possono testimoniare. L’abbiamo portato all’ospedale ma lui è scappato dall’ospedale. I carabinieri di Livorno Ferraris hanno chiamato i carabinieri di Voghera per poter prendere Youns, non perché fa male a qualcuno, è per lui, per difendere mio fratello”. L’uomo, secondo quanto riporta l’agenzia Agi che cita fonti vicine alla famiglia, sarebbe stato sottoposto a un Tso (trattamento sanitario obbligatorio) tre settimane fa. I problemi psichici di cui soffriva si erano acuiti in seguito al lockdown.

Il clandestino aveva decine di decreti di espulsione in tasca:

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Da circa una decina di giorni era tornato a farsi notare nella città iriense, oggetto di segnalazioni per ubriachezza molesta e numerose richieste di interventi alle forze dell’ordine. Ma nessuno lo arrestava. Poi ci ha pensato l’assessore. E lo arrestano.

Di corporatura molto robusta, con l’aspetto di un pugile, nell’arco di oltre una decina di anni aveva accumulato vari ordini di lasciare il territorio Ue e relative violazioni agli ordini di lasciare il territorio italiano. Ma nessuno aveva pensato di rimpatriarla.

E nel lungo elenco dei suoi precedenti di polizia, oltre ai reati di ingresso illegale nel territorio dello Stato e immigrazione clandestina, figurano anche reati come minacce, danneggiamento e resistenza a pubblico ufficiale. Era stato già arrestato per spaccio di sostanze stupefacenti nell’operazione “Top Up 2” dei carabinieri del Norm della Compagnia di Voghera, e aveva accumulato anche varie altre denunce e arresti sempre per produzione e spaccio di sostanze stupefacenti. Era finito nei guai anche per il reato di evasione.

Ma non solo: sempre tra i precedenti di polizia figurano i reati di falsità in scrittura privata, falsa attestazione, falsità materiale, uso di atto falso e pure truffa. Era stato anche denunciato per guida senza patente. E, ancora, per ricettazione e anche per porto d’armi e oggetti atti a offendere.




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