Oggi è il giorno di Italia-Inghilterra. Stanno cercando di venderla come la partita Ue contro Brexit, è invece lo scontro tra due concetti opposti di società: una squadra di soli giocatori italiani contro una selezione – molto più autoctona del previsto – di sudditi della Regina.
L’Italia ha dimostrato che l’omogeneità è forza. La Franciafrica ha dimostrato l’opposto, che la diversità è debolezza. Ora, il dio del pallone ha voluto che in finale si affrontino due squadre che rappresentano i due opposti modelli di società: siamo allo scontro finale, a casa loro, a Wembley.
Importerà poco se gli Azzurri si inginocchieranno, rappresentano un’ipotesi di futuro anche se non lo comprendono. Del resto, comprendere il futuro non è il loro ruolo: che è, invece, battere i sudditi della perfida Albione. E dimostrare fino in fondo che la forza sta nell’unione del gruppo, e che l’unione del gruppo esiste solo se si hanno legami di sangue.
Potremmo sintetizzare la sfida di domani come lo scontro tra ius sanguinis e ius soli: da una parte una nazionale italiana senza figli di immigrati, ma con figli di italiani nati all’estero. Dall’altra un’Inghilterra in campo con due o tre nuovi ‘inglesi’.
Da sempre l’Inghilterra ha rappresentato il dominio del capitale sul sangue. Per i soldi hanno combattuto guerre e hanno distrutto nazioni. Noi, invece, le nostre guerre le abbiamo sempre combattute per conquistare o per motivi ideali. Deve essere così anche domani.
E poi, ricordiamolo, l’11 luglio abbiamo già vinto qualcosa. Era il 1982.
Io credo che il Regno Unito dovrebbe restare, appunto, unito, va bene l’Irlanda del nord torni all’Irlanda, ma il resto dell’isola non va frammentata, ne va anche della bilancia di potere per contrastare Francia e Germania. Inoltre, solleticare i secessionismo potrebbe venire molto a nostro danno, e noi, a differenza di altri, non avremmo la volontà di usare la forza militare per ripristinare la legalità, potete scommetterci.
Quindi meglio non rimestare la merda, che, come la muovi, puzza. Peraltro, sono abbastanza fiducioso che l’Inghilterra, come altri paesi europei torneranno ad esprimere il loro vero sostrato nazionale una volta passata l’ubriacatura afro lover e gaycistica. Resterà da vedere con quante cicatrici però.
Viva l’Italia, anche calcistica, sebbene le vittorie cui dovremmo anelare con maggior fervore, sono di altro genere.
Zoff, Gentile, Cabrini, Bergomi, Collovati, Scirea, Conti, Tardelli, Rossi, Oriali, Graziani (Altobelli, Causio)
Giornata al fiume e per cena pizza di gomma perché, inspiegabilmente, il pizzaiolo aveva fretta. Atmosfera indimenticabile.
Credo sia la prima volta che è l’undici luglio senza Paolo Rossi.