Tunisia salva e porta 200 clandestini in hotel a Djerba, ONG: “Non è un porto sicuro”

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Una operazione di salvataggio condotta dalla Marina militare tunisina “con l’appoggio della nave commerciale Maridive 601” ha consentito di riportare in salvo a Zarzis in Tunisia 178 clandestrini.

Lo ha comunicato il responsabile della Mezzaluna Rossa tunisina di Medenine, Mongi Slim, aggiungendo che due sono i cadaveri ritrovati. I volontari della Mezzaluna Rossa tunisina sono al porto di El Keft per garantire assistenza ai clandestini, che poi verranno trasferiti in un hotel di Djerba per la quarantena. Le nazionalità dei clandestini soccorsi sono varie, dal Bangladesh all’Egitto all’Eritrea, e anche un tunisino, ma le operazioni di identificazione sono ancora in corso.

Tipici diffusori di variante delta.

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In un tweet i trafficanti umanitari fondati dal prete spacciatore, quelli dell’ong Alarm Phone, hanno parlato di “respingimento” e non di “salvataggio”. Ieri aveva segnalato l’emergenza scrivendo “un’altra barca in pericolo in acque internazionali! Siamo stati allertati da altre 100 persone in pericolo che chiedono soccorso immediato! Rischio naufragio! Il mercantile #Maridive601 è vicino e dovrebbe intervenire!”. E infatti è intervenuto.

Secondo la ricostruzione della ong, Maridive601 stava monitorando la barca ma non l’ha soccorsa. “Perché?” si chiede ancora l’ong ribadendo che “la Tunisia NON è un porto sicuro”: “Le 100 persone in pericolo in mare ieri notte sono state respinte verso la Tunisia”.

“La Tunisia non è un porto sicuro”. Infatti, gli hotel di Djerba hanno per anni recluso migliaia di vacanzieri italiani. La droga fa male.




Un pensiero su “Tunisia salva e porta 200 clandestini in hotel a Djerba, ONG: “Non è un porto sicuro””

  1. Ci vuole ancora qualche prova per prendere uno di questi bastardi, bastonarlo e fargli confessare come mai questa strana testardaggine a portarli per forza da noi? Di chi eseguono gli ordini?

I commenti sono chiusi.