Spacciatore africano irride i poliziotti e Lamorgese non lo espelle: lui continua a spacciare

Vox
Condividi!
VERIFICA LA NOTIZIA

Operazione antidroga delle forze dell’ordine in piazza Garibaldi – “Un grande apprezzamento alle forze dell’ordine, ma intollerabile che in Italia chi spaccia e sia anche clandestino continua a delinquere”

“C.L., 29enne della Costa d’Avorio, denunciato nuovamente nell’ultima operazione antidroga e balzato ai dis-onori della cronaca un anno fa per essersi scattato un selfie provocatorio sopra il cofano dell’auto della Polizia di Stato, è:

il simbolo di come gli stranieri che scelgono di vivere nella criminalità si prendono gioco della Legge, dei cittadini onesti e dell’Italia”.

Lo dichiarano Andrea Romiti, capogruppo di Fratelli d’Italia nel Comune di Livorno e Stefano Maio responsabile provinciale Dipartimanto Sicurezza Legalità e Immigrazione e continuano:

Vox

“La sinistra con il suo buonismo e permissivismo ha smontato la certezza della pena e ha reso impossibili le espulsioni dei clandestini, anche quando sono spacciatori come questo personaggio della Costa D’Avorio”.

“Serve la certezza della pena, basta con pene alternative alla detenzione volute dalla sinistra come obblighi di firma, messa alla prova, obbligo di dimora e altri istituti giuridici non detentivi” – affermano Romiti e Maio –

“Questo ivoriano, in realtà era già “stato espulso” l’anno precedente, o meglio accompagnato dalla Polizia di Stato al Centro di Permanenza per il Rimpatrio di Macomer, in Sardegna.

Sembra incredibile, ma per ogni clandestino a cui viene avviato l’iter per l’espulsione, questo poi deve essere accompagnato in Centri lontanissimi dalla Toscana, con costi altissimi per i contribuenti e grandi sacrifici per il personale delle Forze dell’Ordine.

In Italia la sinistra si è sempre opposta all’istituzione dei Centri per il Rimpatrio in ogni regione; la legge istitutiva del CPR in realtà prevede che ci sia in ogni regione un Centro per il Rimpatrio, ma vincola la costruzione al consenso del Presidente e prima Rossi e ora Giani, mai hanno dato il loro assenso”.