Monfalcone: dove i bengalesi violentano le donne italiane che rientrano a casa

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Ha palpeggiato nelle parti intime una donna italiana sulla quarantina che, dopo mezzanotte, si accingeva a fare rientro a casa, nella prima serata prefestiva della decretata zona bianca, senza coprifuoco. L’uomo, ventenne, è stato però arrestato pressoché nell’immediatezza dell’aggressione grazie al provvidenziale e tempestivo intervento degli agenti del Commissariato di Polizia. Che con la volante martedì si trovavano già in centro a causa del rafforzamento di presidio territoriale disposto a maggio dal questore Paolo Gropuzzo. Per questo, dopo la segnalazione della vittima al numero unico di emergenza, la battuta di ricerca del molestatore, ai cui polsi sono scattate nella notte le manette, è stata questione di breve lasso.

L’episodio si è registrato una ventina di minuti dopo mezzanotte, su una strada a ridosso del centro. Questione di attimi, le mani dell’uomo, uno straniero di nazionalità bengalese sconosciuto alla vittima, che si allungano dove non è consentito. Gesti ieri definiti «inequivocabili».

La donna, turbata e sconvolta, non si perde d’animo, impugna il telefono, compone il 112. Riferisce all’operatore dove si trova. E il centralino del Nue di Palmanova, Numero unico di emergenza, dirama subito la comunicazione al Commissariato di Monfalcone. I poliziotti risultano già sul posto, perché il questore di Gorizia, prevedendo intemperanze (come pure si sono evidenziate in città) dopo l’allentamento delle restrizioni e, soprattutto, la rimodulazione prima e rimozione poi del coprifuoco, ha chiesto ai suoi uomini uno sforzo suppletivo nella sorveglianza del centro, dove si concentrano i pubblici esercizi. E per tale motivo l’altra sera, vigilia della Festa della Repubblica, c’era una volante già operativa. I due agenti accorrono. Ascoltano la donna, che fornisce una descrizione dell’uomo. Si mettono sulle sue tracce. Lo individuano in poco tempo, risulta peraltro «alticcio». E lo arrestano: l’ipotesi di reato, violenza sessuale (tale si configura un palpeggiamento nelle zone intime), prefigura il fermo, avvallato dall’autorità giudiziaria. Anche perché, come riferito dal questore Gropuzzo, la signora si rende immediatamente disponibile a formulare una denuncia circostanziata, ritenuta congrua pure nella descrizione degli abiti indossati nel frangente dal molestatore. Un giovane risultato, per condotta, “sopra le righe” agli agenti che l’hanno individuato, quindi presumibilmente sotto gli effetti dell’alcol.

La presenza delle forze dell’ordine, ancor più «attente», come sottolineato dal questore, al controllo della città nel delicato periodo di uscita dalle restrizioni, è stata fondamentale nell’imprimere una svolta alla vicenda. Altrettanto determinante la prontezza della donna a chiedere aiuto e a rivolgersi alle forze dell’ordine. Come sempre si deve fare in simili casi.

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3 pensieri su “Monfalcone: dove i bengalesi violentano le donne italiane che rientrano a casa”

  1. Ho mio fratello ingegnere che lavora in fincantieri lui giustifica la presenza dei bangala, saldatori,gli unici che sanno saldare! se non vi fossero loro non si farebbero navi, dico io semplice , fate un istituto professionale che insegni ai giovani a saldare ed avete risolto il problema, preciso, e’ un comunista di merda! Sta li da 25 e passa anni e a contatto con bangala e comunisti lo e’ diventato pure lui, io gli dico sempre…. va anche tu a saldare ed avremo un bangla in meno, renditi utile e guadagnati lo stipendio sgnorpostofisso!

    1. Li pagheranno un cazzo e se si fanno male non piantano casino coi sindacati, sulla qualità delle saldature…
      Comunque non é che sia da scienziati, basta imparare da qualcuno esperto come in ogni lavoro, se sei portato impari in fretta e certamente uno sobrio ha la mano più ferma di chi si impetrolia tutte le sere…

      1. Alla Fincantieri di mestre li pagano 5 euro/h per 12 ore di lavoro 6/7 gg.Il resto,nella maggioranza dei casi va al caporale.E i sindacati NON fanno un cazzo.Sanno e conoscono la situazione ma nessuno si muove.,

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