Immigrata morosa sotto sfratto si appella all’Onu che risponde: «L’Italia sospenda lo sgombero e le dia casa»

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L’alto commissario dell’Onu per i diritti umani ha chiesto per la prima volta allo Stato italiano di sospendere l’esecuzione di uno sfratto, dopo l’intervento di un gruppo di attivisti per la casa. La lettera con cui si invocava un presa di posizione si riferisce allo sfratto di Yoidanis Biset Bueno, cubana di 49 anni con due figli di 13 e 19, a cui era stato affittato come alloggio un ufficio senza abitabilità in un complesso di appartamenti di un «piano di zona» sovvenzionato dal Comune, nel quartiere Villa Certosa (Casilino), a Roma.

Roba da pazzi. Tornare a Cuba dal piccolo Castro no?

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Nella presentazione del caso, erano stati prospettati diversi “punti di forza” a favore della donna: un contratto in nero, puntualmente onorato per molto tempo, poi seguìto da un aumento di affitto a cui lei ha risposto smettendo di pagare perché disoccupata, ma anche per rivendicare il suo diritto a un contratto di affitto regolare; la mancata vigilanza da parte del Comune di Roma sulle restrizioni alle locazioni negli appartamenti di edilizia agevolata; l’omissione, da parte del tribunale, di considerare la titolarità pubblica del complesso residenziale; le vicende precedenti della donna, vittima di violenza di genere, già rifugiata in un centro di accoglienza, ora impegnata in una battaglia legale sulla custodia della figlia minore.

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Nella lettera di risposta — datata 27 maggio, firmata «Ibrahim Salama direttore sezione Trattati diritti umani» (la richiesta era del 19 maggio), e arrivata agli attivisti appena dopo la fine del picchetto con cui si era ottenuto un nuovo rinvio di un mese per l’esecuzione dello sgombero — il commissario Onu dichiara «di aver richiesto allo Stato membro di prendere misure per evitare un possibile danno irreparabile mentre il caso viene esaminato dalla commissione», e concede otto mesi di tempo all’Italia per trovare un alloggio adeguato alla signora, nel rispetto delle convenzioni Onu sul rialloggio dopo gli sfratti. Dai servizi sociali era arrivata la proposta di dividere la donna dal figlio appena maggiorenne, ipotesi che però «violerebbe l’articolo 11 del Patto internazionale sui diritti economici, sociali e culturali che l’Italia ha sottoscritto — sottolineavano gli attivisti —, il quale afferma il diritto di ogni individuo a un livello di vita adeguato per sé e per la sua famiglia, che includa alimentazione, vestiario, ed alloggio idonei, nonché il miglioramento continuo delle proprie condizioni di vita. Lo Stato italiano e il Comune di Roma dovrebbero controllare l’uso degli appartamenti di edilizia pubblica che hanno contribuito a costruire, poiché il fine dell’investimento pubblico per la casa è quello di offrire alloggi a chi ha un accesso ridotto al mercato libero della casa, non favorire profitti privati».

Lo Stato italiano dovrebbe offrire alloggi agli italiani che ne hanno bisogno, non alle cubane con prole. Stiamo mantenendo i nostri invasori. Ora ci mandano anche i ‘caschi blu’ per non farli sfrattare.




7 pensieri su “Immigrata morosa sotto sfratto si appella all’Onu che risponde: «L’Italia sospenda lo sgombero e le dia casa»”

  1. Facile, l ONU chieda allo stato di pagare il mio mutuo da 4500 euro al mese e stiamo pari, altrimenti siete dei razzisti di merda pro negri, contro dei poveri bianchi

      1. Forse è un imprenditore e ci sta che capannoni ed attrezzature strumentali costino anche milioni di euro, e si fa presto ad arrivare a quelle cifre di rata mensile.

        1. E dico grazie al blocca mutui, una cosa buona il governo l ha fatta…… basta spalmare un mutuo trentennale in uno da 7 anni e a quelle cifre ci arrivi eccome e per cifre modeste (centinaia di migliaia e non milioni di euro), letta che dice? paghiamogli il mutuo ce lo chiede said! buona giornata a voi

  2. Mi domando a cosa caxxo serva comprare e peggio ancora impegnare un mutuo, quando lo stato le concede a titolo gratuito.

      1. Sei lorenzoblu, mica sei lorenzonegro. 😁😏
        Le proprietà e le tasse le pagheranno chi ha la sfortuna di essere autoctono.
        Persino i tuoi avi che avranno fatto le guerre ti consiglierebbero di sbaraccare e trasferire capannoni e dipendenti all’estero.

        Questa povera Italia ha la fortuna di avere un genio di segretario di partito, talmente eccelso che è solo lui a decidere su 60mln di persone, che invece di dimunuirla, vorrebbe aumentarla la pressione fiscale.

I commenti sono chiusi.