Da imputata per droga a professoressa di italiano per chi sappiamo. Anastasiya Kiylemnyk, l’ex fidanzata di Luca Sacchi, indagata per traffico di stupefacenti nel processo per l’omicidio del giovane italiano è da alcuni giorni insegnante di italiano in un centro gestito dalla famigerata Arci. Una di quelle associazioni che un governo identitario dovrebbe mettere al bando o, almeno, tassare come tutte le altre attività a scopo di lucro.

L’immigrata, indagata nel processo per l’omicidio del giovane personal trainer ucciso a Roma davanti a un pub, dovrà dividersi tra le aule giudiziarie e i banchi di scuola.

Guadagna 439 euro mensili come ‘volontaria’ del Servizio civile universale. Perché il servizio civile è un’altra delle invenzioni della sinistra per mantenere i figli degli immigrati

Anastasiya è stata selezionata dal dipartimento per le Politiche giovanili della presidenza del Consiglio. Tra 125.286 candidati di età compresa tra i 18 e i 28 anni.

E’ stata presa da Arci Solidarietà Lazio. Un arruolamento del quale la onlus va particolarmente orgogliosa. “In bocca al lupo a Elisa, Anastasiya, Walter, Isabella, Giulia e Frankye”, si legge sul sito dell’Arci. “Benvenuti a bordo, abbiamo un anno da vivere insieme, cercando insieme di stare dalla parte buona della vita”.

E’ accusata di avere avuto un ruolo centrale nella compravendita di 15 chili di droga. Nella notte in cui Luca Sacchi è stato freddato da un colpo di pistola. Secondo il gip Anastasiya “ha agito con freddezza e professionalità nella gestione della trattativa con i due spacciatori. Dai quali voleva acquistare 15 chili di marijuana”. E ancora. “Ha dimostrato con il suo comportamento non collaborativo la volontà di mantenere le relazioni criminali nel mondo delle droga”.

Per il momento, niente di meglio che coltivare relazioni con l’Arci.