“MANCANO I BISCOTTI”, IMMIGRATI BRUCIANO CENTRO ACCOGLIENZA A MILANO

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Ieri hanno incendiato il centro di espulsione a Torino:

IMMIGRATI INCENDIANO IL CENTRO ACCOGLIENZA INCITATI DALLA SINISTRA

E hanno devastato quello di Milano. C’è dietro la solita regia dell’estrema sinistra che coordina queste violenze nei CPR. Ci sono organizzazioni che non nascondono i propri obiettivi, ma che non vengono perquisite dai ROS.

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La prima miccia alle 8.45, l’ultima scintilla dopo le 22. Lunga giornata di violenza quella di martedì al centro permanente per i rimpatri di via Corelli, la struttura che ospita i clandestini in attesa del rimpatrio e che già nei mesi scorsi è stata più volte teatro di rivolte.

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Stando a quanto appreso, i primi problemi sono iniziati alle 8.45, quando alcuni dei migranti hanno cominciato a protestare in sala mensa per la mancanza di biscotti. Nel Cpr è così entrata la polizia e due tunisini, come gesto dimostrativo, sono saliti sul tetto di un modulo e sono scesi soltanto un paio di ore più tardi dopo un lungo lavoro di mediazione portato avanti dai funzionari della Questura.

In serata, però, è esplosa nuovamente la rabbia degli ospiti, ma di un altro modulo. Alcuni degli immigrati in attesa del rimpatrio – anche in quel caso si trattava di cittadini tunisini – hanno incendiato dei materassi, tanto che i responsabili della struttura e gli agenti hanno dovuto evacuare circa venti persone, spostate in un’altra ala della struttura. Tre uomini, tutti 30enni, sono stati soccorsi dal 118 – intervenuto sul posto con tre ambulanze e un’auto medica – sono stati accompagnati in codice verde al Policlinico per una lieve intossicazione dovuta ai fumi causati dal rogo. Mercoledì mattina, sei protagonisti delle proteste serali sono stati individuati dalla polizia e arrestati perché accusati proprio di aver dato fuoco ai materassi.

Per venerdì prossimo la “Rete Mai più lager – No ai Cpr”, che da tempo si oppone al centro permanente per i rimpatri di Milano, e coordina queste rivolte, sarà in piazza San Babila per chiedere – si legge in un comunicato – “la chiusura del Cpr di via Corelli e di tutti i Cpr”.

Vanno chiusi loro, non i Cpr.