Aurora Leone, interviene anche Meloni: “E’ sessismo non farla giocare perché donna”

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Viviamo in un Paese in cui, ogni giorno, l’emergenza non sono i milioni di poveri causati dalle folli politiche dei governi che si sono succeduti, ma prima Fedez e la sua ossessione per il pistolino altrui, e ora quest’altra vittima del ‘sessismo’ dei cantanti. Non è normale.

Le dimissioni di Pecchini non sono bastate comunque a chiudere la vicenda. E, pur ribadendo l’importanza della raccolta fondi per la ricerca sul cancro, c’è stato chi ha deciso di dare forfait ugualmente alla partita. Fra questi, Albi Cazzola de Lo Stato sociale, che su Instagram ha scritto di non poter «accettare il clima che si è creato e le mancanze evidenti nella comunicazione». Anche Ermal Meta ha fatto sapere di essere combattuto, tra lo sdegno per la vicenda e l’importanza di sostenere la raccolta fondi. «Davvero non so che fare, è la prima volta nella mia vita in cui mi trovo in una situazione simile», ha scritto il cantante anche lui su Instagram.

Immaginate gente che vede un dramma in una sciocchezza del genere.

Nel comunicato con cui ha dato annuncio delle dimissioni, lo stesso Pecchini ha sottolineato che «oggi a Torino si gioca una partita importante, ogni 100mila euro in meno raccolti sono 15 diagnosi in meno e 15 potenziali morti in più. Siamo profondamente addolorati di questo grande equivoco in quanto in 40 anni non ci siamo mai trovati a dover gestire una simile situazione». L’ormai ex direttore generale ha anche voluto sottolineare che «la Nazionale Italiana Cantanti è amareggiata profondamente e si scusa di quanto accaduto ieri sera durante la cena ad Aurora Leone». «

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La nostra è una storia di 40 anni di inclusione e di solidarietà, periodo nel quale siamo sempre stati in prima linea a sostenere i deboli e i diritti di tutti. Per tutte queste motivazioni, io, Gian Luca Pecchini, dirigente della Nic – si legge nel comunicato – mi assumo la responsabilità di quello che è accaduto dimettendomi dal mio incarico in attesa di parlare personalmente con Aurora Leone».

Triste il Paese in cui salvare 15 persone al giorno dipenda da una partita di calcio.

E triste il Paese in cui la cosiddetta destra è rappresentata da chi scimmiotta la sinistra su quasi tutto. Urlando al sessismo per una sciocchezza come questa.

«Trovo vergognoso che prima si inviti una persona a giocare per una buona causa come la ricerca sul cancro e poi le si impedisca di partecipare perché donna», ha commentato Giorgia Meloni, augurandosi che «questa spiacevole vicenda possa essere chiarita, senza ledere il nobile scopo alla base della Partita del Cuore».




4 pensieri su “Aurora Leone, interviene anche Meloni: “E’ sessismo non farla giocare perché donna””

  1. Le donne non dovrebbero giocare nelle partite degli uomini, per motivi inerenti alla disparità di potenziale fisico in campo: farlo significherebbe far diventare la partita una farsa, in quanto gli uomini dovranno “fare i buoni” per evitare di farle male, o magari farle il piacere di farsi dribblare, ridicolizzare o fare un goal per “fare i cavalieri” o accontentarla in chissà quali altri modi.
    Stesso dicasi per donne/guardalinee arbitro in partite di uomini: cosa che accade più frequentemente che non in partite di donne.
    Cose del genere non sono parità: sono caos, sono commedia.

    1. Questa storia della parità tra i sessi è una delle tante puttanate create dal liberalprogressismo. La biologia parla chiaro, ma la loro ignoranza gli impedisce di capirlo.

I commenti sono chiusi.