Disney censura la regista anti-comunista in Cina

Vox
Condividi!

La Disney, che in Occidente in nome del totalitarismo politicamente corretto fa questo:

Cancel culture: la Disney annulla trasmissione con Gina Carano

E tante altre scelte contro l’ordine naturale delle cose, come la censura retroattiva di Dumbo, in Cina censura le affermazioni contro il regime comunista della regista Chloe Zhao. Per non perdere la priorità acquisita presso il regime cinese.

VERIFICA LA NOTIZIA

Fresca di tre Oscar con il suo film Nomadland, e probabilmente non è un caso, visto il desiderio del sistema americano di andare allo scontro, è noto che in Cina le affermazioni di Chloe Zhao contro la dittatura sono risultate urticanti al punto che il successo di Nomadland è stato censurato nella patria d’origine della regista. Quest’ultima infatti aveva criticato la Cina definendola “un posto pieno di bugie” e aveva affermato che da adolescente pensava solo ad andarsene. Affermazioni che stridono con la diplomazia della Disney, interessata a piazzare nel mercato cinese il nuovo film The Eternals, un classico pop corn movie. Così ha fatto arrivare ai giornalisti un messaggio chiaro: cercate di edulcorare le affermazioni di Chloe Zhao, facendola passare per una regista affezionata alle sue radici.

Vox

Un dirigente di Searchlight di proprietà della Disney ha inviato un’e-mail ai membri della stampa di Hollywood il 4 marzo: “Puoi riferirti accuratamente a lei come cinese o di nazionalità cinese”. Come si sarebbe scoperto, la Disney aveva molte ragioni per preoccuparsi di come la provenienza e le alleanze percepite del suo regista emergente venivano presentate al mondo.

L’anno scorso, la Disney era stata anche criticata per aver prodotto il remake del classico per bambini Mulan nella regione cinese dello Xinjiang, dove le minoranze uigure sarebbero brutalmente oppresse e tenute in campi di detenzione.

La verità l’ha scritta su Newsweek Bradley Martin, direttore del Near East Center for Strategic Studies. “Censurando e vietando i suoi film con il pretesto della diversità e dell’inclusione, la Disney spera di poter ‘lavare’ la sua complicità nelle violazioni dei diritti umani commesse dal Partito Comunista Cinese. Attraverso i suoi continui attacchi alla libertà di parola e di espressione, l’azienda continua a fungere da braccio di propaganda per il regime totalitario repressivo della Cina”.

Si scontrano due interessi contrapposti, quello di fare soldi e quello di ampi settori dell’establishment americano di indicare nella Cina il nuovo impero del male. Basta saperlo e regolarsi di conseguenza.