Battiato è morto, non la sua musica alla ricerca di un centro di gravità permanente

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Non sappiamo chi fosse lui, del resto è già complicato conoscere se stessi, figuriamoci gli altri. Ma le sue canzoni, che erano più di canzoni, erano il contrario del pensiero della sinistra moderna.

Parlare di destra e sinistra è del resto un puerile tentativo di semplificare ciò che non può esserlo. La differenza è sempre stata tra chi cerca l’uno al di sopra di tutto, e chi, invece, vuole annullarsi in un’orgia indistinta e senza valori.

La differenza tra noi e loro è, infatti, proprio la ricerca di un centro di gravità permanente e la difesa, a tutti i costi, di questo centro dall’entropia che è tipica del pensiero della sinistra liberale e della destra liberista.

Famiglia. Sangue. Patria. E Dio. Ecco il entro di gravità permanente al di sopra di tutto.

Adesso non insistete nello scrivere che sì, cominciò con testi che piacevano alla destra ma finì assessore di Crocetta. E non insinuate che il suo inno Povera Patria si tradusse poi in rime anti-Berlusconi. Va tutto bene, bando alle etichette. Lui era il Maestro, quindi era oltre per definizione.

Ma la destra se ne innamorò perdutamente fin dai tempi di quel disco ribelle, “L’era del cinghiale bianco“. Era il 1979 e si usciva dal gelo degli anni di piombo. Presto Siddharta sarebbe diventato un libro cult. Ma a destra già si facevano dibattiti sui sufi e la dottrina del risveglio. E si leggeva Gurdjeff che per Battiato fu maestro e fonte di ispirazione. E così l’unione di esoterismo e musica elettronica planò sopra boschi di braccia tese. Inevitabile. Battiato citava il kaly yuga e gli opponeva la speranza del ritorno dell’era del cinghiale bianco. Il potere spirituale che torna sovrano. Altro che canzonette.

Questo cantautore ci piace troppo scriveva Linea, il giornale dei rautiani che volevano svecchiare la destra. Battiato fu l’alternativa agli stornelli delle camicie nere. Linea ripescava citazioni di Battiato del 1974: “Dicono che sono delle favole, ma io ci credo abbastanza: la musica come fatto trascendentale, il musicista come un semidio che faceva ballare gli alberi e incantava le cascate“.

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Lui metteva l’esoterismo in rima, i suoi testi s’illuminavano di tradizione, mischiava il sacro e il pop. Nel 1982 Gianfranco Manfredi sulla Stampa sentenziava: Battiato non è un postmoderno, i testi del suo disco L’arca di Noè sono un manifesto della nuova destra. L’articolo stroncava il Battiato apocalittico che ammiccava ai postfascisti citando “l’imperialismo degli invasori russi”.

Battiato, l’eremita irregolare. Ma come pretendete di addossargli un’etichetta, a uno perso nei suoi “mondi lontanissimi”? E’ vero, sembrò farsi grillino con la sua accusa alle “troie che si vendevano in Parlamento”. Vero anche il flirt con i radicali. E poi la scelta di fare l’assessore in Sicilia. Rosario Crocetta è stato per Battiato un po’ come il diavolo tentatore per gli eremiti del deserto. Lo ha blandito, usato, gasato, sfruttato per poi abbandonarlo al suo destino. E sancire, come scrisse Michele Brambilla su La Stampa, la rivincita della politica sugli esterni, e anche la supremazia dell’usato sicuro sul nuovismo a tutti i costi. La politica lo ha alla fine un po’ macchiato, ma giusto un alone quasi invisibile. Tutto gli si perdonava per quel suo verso: “Il giorno della fine non ti servirà l’inglese“. Una sintesi fulminante. Un assunto cui restò coerente quando si trattò di giudicare il genere rap: “Potrebbe sparire e, per quanto mi riguarda, non ne sarei dispiaciuto“.

Ci piaceva troppo il Battiato ammiratore di Federico II Hohenstaufen, sul quale scrisse nel 1994 l’opera lirica Il cavaliere dell’intelletto, assieme a Manlio Sgalambro. E ammiravamo quel suo cogliere, da poeta, lo spengleriano tramonto dell’Occidente: “La nostra è una civiltà indegna, dove non c’è più rispetto per nulla e per nessuno. Le cose innaturali mi fanno star male, mi disturba la non accettazione del proprio karma. Credo di essere molto libero da una parte ma molto conservatore dall’altra. Una donna che diventa uomo e viceversa… perché?“.

Battiato, è vero pure questo, si definì anarchico ma mai di sinistra. Come avrebbe potuto occhieggiare a quel mondo un uomo che detestava la volgarità? Lo aveva cantato chiaro e forte: “Per fortuna il mio razzismo non mi fa guardare/Quei programmi demenziali con tribune elettorali“. Non era di destra? Scrivetelo pure. A noi non interessa. Resta in sintonia col nostro mondo e con le nostre aspirazioni. Rimane l’autore apprezzato di “Centro di gravità permanente” che risuonava alle feste del FdG. Colui che ha dedicato una canzone al Re del Mondo quando ancora in Italia imperversavano le Brigate Rosse. Gliene siamo grati, sempre e comunque.

“Questo nome, d’altronde – scriveva René Guénon – non designa affatto un personaggio storico o più o meno leggendario; quello che in realtà designa, è un principio, l’Intelligenza cosmica che riflette la Luce spirituale pura e formula la Legge (Dharma) propria alle condizioni del nostro mondo o del nostro ciclo di esistenza; e nel medesimo tempo esso è l’archetipo dell’uomo considerato specialmente in quanto essere pensante”. Capito, cara Michela Murgia? E adesso fai un favore: scansati…

Probabilmente perché è Berlusconi e il suo mondo a non essere di ‘destra’. Almeno non la destra che si rifà come misura di tutte le cose al libertinismo più che alla libertà.

Del resto, la ricerca di una ‘gravità permanente’ non può essere un pensiero di ‘sinistra’. Quella sinistra post-moderna che non ha alcun senso dell’assoluto. Un mondo in cui tutto è relativo e tutto è fluido, perfino il sesso e la razza. In cui non esiste alcuna identità per cui valga la pena vivere e morire.

Non sopporto i cori russi.La musica finto rock la new wave italiana il free jazz punk inglese
Neanche la nera africana. Soprattutto l’ultima.




5 pensieri su “Battiato è morto, non la sua musica alla ricerca di un centro di gravità permanente”

  1. Da giovane era un sessantottino (quindi un sovversivo), e questa secondo me rappresenta una nota storta della sua vita. Poi la sua grandezza artistica non si discute. Era sicuramente di sinistra ma un irregolare all’interno di essa.

    “Probabilmente perché è Berlusconi e il suo mondo a non essere di ‘destra’. Almeno non la destra che si rifà come misura di tutte le cose al libertinismo più che alla libertà.”: Berlusconi non è mai stato di destra e mai lo sarà. Solo chi non capisce un cazzo di politica può definirlo tale. Non lo è Fini che proviene dal MSI, figurarsi. O men che meno sono di “destra” Bossi o Salvini. Su, cerchiamo di essere seri.

    In Italia abbiamo una destra nominalmente tale a livello politico, ma non culturale, e non perchè non esiste una cultura di destra, di stampo conservatrice e patriottica, ma perchè è stata spazzata via nella seconda metà del XX secolo.

    1. “Probabilmente perché è Berlusconi e il suo mondo a non essere di ‘destra’. Almeno non la destra che si rifà come misura di tutte le cose al libertinismo più che alla libertà.”: Berlusconi non è mai stato di destra e mai lo sarà. Solo chi non capisce un cazzo di politica può definirlo tale. Non lo è Fini che proviene dal MSI, figurarsi. O men che meno sono di “destra” Bossi o Salvini. Su, cerchiamo di essere seri.

      In Italia abbiamo una destra nominalmente tale a livello politico, ma non culturale, e non perchè non esiste una cultura di destra, di stampo conservatrice e patriottica, ma perchè è stata spazzata via nella seconda metà del XX secolo.”

      Una delle ragioni che mi fece perdere stima verso i nostri connazionali.
      Negli anni duemila, guai a chi contraddiva molti berlusconiani;i deficienti arrivavano a urlare il fatto che chi pensava che Berlusconi nio fosse realmente di destra, non capiva nulla di politica.
      Berlusconi è sempre stato un liberale, più centro che destra e il PdL cercava anche di accontentare il popolo di destra concedendo ad esempio il referendum sulla fecondazione eterologa.
      Il bipolarismo degli anni duemila ha anche portato acqua al mulino dei diessini, perché non dava possibilità di fughe al di là dei due schieramenti.
      Anche le elezioni celavano tranelli, come i falsi partiti alternativi acchiappavoti(come Alternativa Sociale per il cdx), terze vie solo durante il periodo elettorale.
      Il sistema elettorale maggioritario aveva la stessa efficacia nefasta del proporzionale attuale. Le leggi elettorali non hanno mai giocato a favore dell’elettore, anzi, sono sembrate essere funzionali alle configurazioni partitiche del momento. Se ai tempi del PdL forze politiche del cdx che conquistavano seggi dovevano adeguarsi al carro,oggigiorno forze politiche minoritarie che conquistano qualche seggio dettano addirittura le linee di governo… sarà perché se si tratta di forze politiche di estrema sinistra siano benvolute da questo stato

      1. Sostanzialmente Berlusconi ha svolto lo stesso compito della Democrazia Cristiana nella Prima Repubblica, ovvero di catalizzare verso il centro i potenziali voti di destra, utilizzando peraltro argomenti come il Comunismo, le toghe rosse, rischio di regime, ecc., molto convincenti tra la gente ostile alla sinistra. Culturalmente lo vedo più come un radicale che come un democristiano, basti pensare ai contenuti trasmessi dalle sue televisioni spazzatura.

        Un tempo, quando la leadership del Nano di Arcore nel centrodestra era indiscussa, chi era di destra ma lo criticava veniva preso per “comunista”.😂 Imbecilli. Salvini e Meloni stessi comunque sono molto berlusconizzati.

        1. Il potere si è servito di Berlusca proprio per via delle sue televisioni che hanno sempre trasmesso contenuti dozzinali ed hanno contribuito ad alimentare l’italietta mediocre.
          Salvini è uno spauracchio dei sinistri che ha preso il posto dello spauracchio rosso usato ai tempi di Berlusconi.

  2. Riguardo a Battiato, politicamente credo arrivasse a pensarla vome Gaber, che centristi, liberali e sinistri furono il male dell’Italia.

    Dal punto di vista artistico sono più legato a canzoni con testi scritti da egli stesso : quelli sono i brani che amo molto di più.

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