Ne muore un altro dopo AstraZeneca

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Si chiamava Massimo Pantaleone, aveva 65 anni ed è morto tre giorni dopo la dose Astrazeneca.

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«Viveva da solo e noi siamo la sua famiglia, era il fratello di mamma — racconta la nipote Francesca —. Intendiamo andare fino in fondo a questa storia. Abbiamo richiesto l’autopsia, che è già stata fatta, e non ci fermeremo prima di avere risposte certe».

Pantaleone è andato a fare il vaccino dopo aver fatto due tamponi molecolari ma, al ritorno a casa, ha incominciato ad avere problemi respiratori. Si è rivolto al suo medico di famiglia — sentito dagli inquirenti — che lo ha rassicurato. Ma quando dopo due ore si è sentito ancora peggio ha chiamato Francesca e sua madre che sono arrivate a casa sua con una bombola di ossigeno. Lo hanno rianimato e hanno chiamato il 118. I sanitari hanno insistito per portarlo in ospedale.

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L’uomo, che abitava in via Imbriani — a pochi passi da via Salvator Rosa — sarebbe arrivato al Cardarelli già morto. «Noi seguivamo l’ambulanza in auto. Al nostro arrivo volevano farci credere che era morto di Covid, ma noi sappiamo che non è così — dice Francesca — e gli renderemo giustizia. Era un donatore di sangue e a intervalli regolari era all’ospedale Pausilipon per sostenere con questo suo gesto generoso i bambini ammalati. Dunque in piena salute e controllatissimo».

Ogni morte è una tragedia. Ma a questo punto, i dati ci dicono che, almeno negli anziani, sono più quelli salvati dal vaccino rispetto ai morti. Anzi, tra i due valori siamo a 1.000.000 a 1.

Il problema di questi vaccini sarà poi, vedere se tra qualche anno avranno effetti collaterali. Visto che sono sperimentali a medio termine.




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