Consigliere FdI a processo per avere detto la verità su chi fa soldi con l’immigrazione

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«I nomi della vergogna»: e una lista delle a$$ociazioni che si fanno soldi con l’immigrazione sostenute e finanziare dalla Provincia di Mantova. L’elenco, con il relativo titolo, era stato pubblicato il 4 settembre del 2015 sulla pagina Facebook di Luca De Marchi, il consigliere comunale di Fratelli d’Italia, indipendente.

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Un commento che aveva suscitato la protesta delle associazioni che si occupano del business dell’accoglienza.

Parliamo di roba come Sucar Drom, a El Medina, a Le Aquile, solo per citare qualche nome. I rappresentanti delle ultime due, Hamadi Ben Mansour e Anila Kaja, hanno denunciato il consigliere. Per quel post, scrive tutto eccitato il giornale locale del gruppo Elkann, “De Marchi è stato rinviato a giudizio per diffamazione e la settimana prossima sarà alla sbarra in via Poma davanti al giudice Enzo Rosina”.

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«Mi ero limitato a citare una fonte pubblica e istituzionale, cioè la Provincia di Mantova, facendo uno screenshot del sito con l’elenco delle associazioni che ricevono soldi pubblici per gestire l’accoglienza dei migranti» commenta De Marchi. Che manifesta stupore, per usare un eufemismo, «per il fatto che un consigliere comunale vada a processo per aver chiesto legittimi chiarimenti sui conti e sui costi dell’accoglienza degli immigrati». «Un dovere», precisa, suo e degli altri consiglieri. La questione gli stava particolarmente a cuore, perché soltanto tre giorni dopo il post incriminato, De Marchi aveva protocollato una raccomandazione in consiglio comunale per rendere pubblici subito i conti delle cooperative che gestiscono l’accoglienza dei migranti. Così scriveva: «Bisogna contrastare il business dell’immigrazione, prevenire fenomeni di criminalità e ogni altra forma di lucro derivante dai servizi sull’accoglienza. Chiedo che tutte le onlus, le fondazioni, le cooperative, i privati e le associazioni interessate, siano obbligate a mettere online le loro rendicontazioni, a partire dalle risorse pubbliche percepite».

Il prossimo governo sovranista deve fare luce sugli intrecci tra toghe rosse e mondo che fa soldi col business dell’accoglienza. Abbiamo entità che fanno soldi con l’invasione che denunciano eletti dal popolo perché dicono le cose come stanno, e magistrati che invece di indagare su chi fa soldi mandano a processo chi critica.

Comunque, a breve il reato, se così possiamo definire uno psicoreato presente solo in Italia, sarà prescritto. E’ comunque ridicolo che qualcuno possa essere processato per avere criticato il business della vergogna.




Un pensiero su “Consigliere FdI a processo per avere detto la verità su chi fa soldi con l’immigrazione”

  1. La censura è figlia della dittatura e cugina di quella magistratura politicamente ed ideologicamente corrotta.
    Le organizzazioni non Governabili, finché esiste questo sistema marcio, hanno tutto da guadagnare.

I commenti sono chiusi.