RAGAZZA STUPRATA DA IMMIGRATI GLI CHIEDE AIUTO: TUNISINO LA STUPRA ANCHE LUI

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Per la violenza sessuale subita nella discoteca Factory da Lara (nome di fantasia), 23 anni, tra il 18 e il 19 maggio del 2019, c’è un secondo condannato. È Ismail Ichem, tunisino, 38 anni, all’epoca buttafuori, per il quale la quinta sezione del Tribunale ha pronunciato una sentenza a 11 anni di reclusione con l’accusa di violenza sessuale di gruppo e lesioni.

In precedenza, il 15 luglio del 2020, è stato condannato con il rito abbreviato a sei anni e otto mesi Gabriel Razvan, 26 anni, romeno, giardiniere del locale, con la sola accusa di violenza sessuale di gruppo.

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Due gestori del locale sono indagati con l’accusa di favoreggiamento per aver tentato di coprire Razvan con l’intento evitare accertamenti sulla gestione e della scelta del personale.

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Razvan – difeso dall’avvocato Alberto Fortino – è stato arrestato il 20 luglio del 2019, due mesi dopo lo stupro. Secondo l’accusa, il fermo sarebbe avvenuto prima se i gestori avessero dato un contributo alle indagini. Ichem invece è stato fermato a Fiumicino nel novembre successivo al rientro dalla Tunisia, dove era tornato dopo essere stato sentito a sommarie informazioni, sperando di sottrarsi agli accertamenti.

È il 18 maggio del 2019 quando Lara entra al Factory, vicino all’Olimpico, da sempre uno dei locali per giovani tra i più frequentati a Roma Nord. La ragazza balla, durante la serata conosce un uomo, sembra una persona affidabile. Dopo il cocktail bevuto al bancone, Lara e lo sconosciuto tornano a ballare. Da quel momento in poi la serata diventa un incubo. Lo sconosciuto la conduce fuori dal locale con la forza, scegliendo uno spazio privo di luci. Lei tenta di liberarsi, ma è uno scontro impari. La giovane viene sopraffatta. Un barlume di speranza le si accende quando vede comparire un uomo in divisa. È Ichem, il vigilante: in pochi istanti Lara – costituitasi parte civile attraverso l’avvocato Rita Sbardellati – scopre che la conclusione del calvario è ancora lontana. Anche la guardia giurata infatti la violenta. E quelle ore strazianti e dolorose hanno un ulteriore protagonista: è Gabriel Razvan, il giardiniere. Quando vede i due immigrati accanirsi sulla giovane indifesa, anziché liberarla, ne approfitta senza alcuno scrupolo.

La ragazza, quella tragica notte, sarebbe stata violentata anche da un terzo uomo rimasto senza nome e senza volto. È lui, secondo la ricostruzione degli inquirenti, ad aver condotto Lara fuori dal locale, dove poi è stato il primo a violentarla. Che fine abbia fatto in questi due anni, è un mistero.




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