Padre Richard Kalka, ex cappellano paracadutisti dal 1985 al 2015, risponde al capo di stato maggiore delle forze armate francesi, François Lecointre, a seguito della sua decisione, riguardo all’appello dei generali, di punirli:
Al Capo di Stato Maggiore delle Forze Armate
Mio Generale, ci siamo incontrati l’ultima volta nel giugno 2019, alla conferenza dedicata al 25 ° anniversario dell’Operazione Turchese. Non sono molto conosciuto nell’esercito francese, ma l’esercito mi conosce, specialmente i paracadutisti. La maggior parte dei soldati sa chi sono: colui che, dal 1985, li ha accompagnati in tutti i teatri operativi. Dico “tutto”, fino all’Afghanistan, ultima missione del mio viaggio. Ho sempre risposto “presente” di essere sacerdote, amico e fratello d’armi in qualsiasi condizione accanto a chi aveva bisogno di me. In “il fango, il sudore e la lotta”, come lo chiamavano. E ce n’erano molti, moltissimi. Basta fare loro la domanda; devi ancora essere in grado di farlo, perché per interrogarli devi essere vicino a loro, al loro fianco.
Come sai, ma preferisci ignorarlo, siamo stati due o tre volte negli stessi teatri operativi. Oggi combattiamo insieme anche noi, ma questa lotta è di natura diversa. Ogni leader, quando deve prendere decisioni importanti, è solo. Ho conosciuto, in diverse occasioni, questa solitudine dei capi. In alcuni casi, mi hanno chiesto di pregare per loro. Come oggi, prego per te. Ma ci sono due categorie di leader e due tipi di solitudine. Il primo è appeso al cavo telefonico e attende istruzioni dall’alto. Quali che siano queste direttive, le accetta senza batter ciglio, perché pensa solo al suo avanzamento. Il secondo mette se stesso davanti a Dio e alla sua coscienza e decide. Sì, lo so, non è facile prendere quel tipo di decisione, è anche molto difficile assumere così questa volontà che potrebbe essere, e in generale, è quella del Cielo. Viene sempre dal Cielo, inoltre, quando si tratta di verità, coraggio e onore.Da oggi volendo punire e sanzionare i soldati – io li chiamo “soldati”, qualunque sia il loro grado perché hanno avuto il coraggio di andare sul campo di battaglia – ti metti l’uniforme del primo, quello che pensa solo a se stesso e alla propria carriera. Sei orgoglioso Che progresso, visto che sei all’apice della tua carriera militare! Ti compatisco sinceramente. Dovrai rispondere per questo un giorno davanti a Dio, se sei un credente. Nel frattempo potrete essere orgogliosi di aver spezzato i vostri anziani che avevano come scudo, di fronte a un potere politico indegno, solo il loro onore trasformato in un grido di allarme. E soprattutto, potrai complimentarti per aver punito i soldati più giovani sotto i riflettori perché avevano osato unirsi a questo grido di disperazione, con la verità che traduce.
Duemila militari francesi firmano appello contro la ‘disintegrazione della Francia’
In Francia è in atto una rivolta nelle forze armate. Se dovesse saldarsi con le rivendicazioni dei Gilet Gialli, e presentarsi alle urne votando Le Pen, o decidendo che la sua eventuale sconfitta al secondo turno per il voto decisivo degli afroislamici ‘francesi’ fosse illegittima, ne vedremo delle belle.
Certe cose si fanno senza tentennare: e poi venisse pure l’ONU a rompere i coglioni. Se non ci fosse un traditore all’eliseo.
Grazie alle parole di questo prete militare, personalmente lo proporrei in Vaticano, almeno lui saprebbe cosa farebbe.