Africano lo massacra a bottigliate

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Ancora oscuri i motivi che hanno portato alle 16.00 di questo pomeriggio E.J. 24enne originario del Gambia, a scagliarsi contro un suo connazionale armato di un collo di bottiglia, spezzata in precedenza al fine di rendere l’arma più letale.

CASILINA LITE A COLPI DI COLLO DI BOTTIGLIA, LA POLIZIA LOCALE ARRESTA CITTADINO DEL GAMBIA

L’episodio, avvenuto in Via Casilina non è passato però inosservato alla pattuglia di pronto intervento YANKEE 8, del gruppo Sicurezza Pubblica Emergenziale del Corpo di Polizia Roma Capitale di passaggio al momento dell’aggressione.

I caschi bianchi, dopo aver ammanettato l’aggressore, hanno anche prestato un primo soccorso al ferito, applicandogli un laccio emostatico che fermasse la copiosa fuoriuscita di sangue dal braccio, fino all’intervento del personale sanitario che provvedeva al ricovero.

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Era in servizio di controllo del territorio, quando verso le 15, 40 una pattuglia della Polizia Locale di Roma Capitale, Unità SPE ( Sicurezza Pubblica Emergenziale), in transito su via Casilina, in zona Torre Gaia, ha notato due uomini che stavano discutendo animatamente e uno di loro ha aggredito l’altro, ferendolo al braccio, con un collo di bottiglia rotto.
La colluttazione è avvenuta tra due cittadini di nazionalità gambiana , il ferito di 26 anni e l’aggressore di 24 anni. Considerata la copiosa perdita di sangue dal braccio, gli agenti hanno soccorso immediatamente l’uomo, facendo intervenire prontamente il personale medico, che lo ha condotto al Policlinico di Tor Vergata per le cure del caso.

Arrestato in flagranza il connazionale che, privo di documenti, ora si trova presso gli uffici di Ponte di Nona, per ulteriori accertamenti.

Lo massacra a bottigliate




2 pensieri su “Africano lo massacra a bottigliate”

  1. Queste sono le cose per cui tanti dei nostri antenati hanno combattuto in varie guerre e magari ci hanno anche lasciato la pelle. Garantirci la possibilità di ospitare gli scienziati del Gambia o fare i nostri acquisti in un minimarket di bengalesi.
    E pensare che quando ero ragazzino la mia preoccupazione erano i “Sovietici”…

    A questo proposito, direttamente dalla Slovacchia, vi consiglio una piccola perla dell’intrattenimento elettronico:
    “Workers&Resources: Soviet Republic” (3Division, PC 2019)
    Viene proposto come un “simulatore di città in tempo reale”, ma la presentazione è decisamente riduttiva. In pratica si tratta di gestire quasi tutti gli aspetti di una economia pianificata di stampo sovietico a partire dagli anni 60. E quando dico “tutti” non lo faccio per amore della dichiarazione sensazionale. Ad esempio, la famiglia vive in questo specifico casermone staliniano di cemento armato da noi amorevolmente pianificato per la costruzione in rubli (e non in dollari, perchè si sa, coi dollari si fa prima ma bisogna anche trovarli invece di stamparli e basta), i bimbi vanno a scuola in questo magnifico comprensorio di cemento armato a due chilometri e prendono il bus, la cui fermata è qui perchè la abbiamo messa noi così come il bus è da 30 posti e non da 50 e fa questa strada piuttosto che un’altra sempre perchè abbiamo scelto noi. I genitori scavano il carbone in miniera a 10 chilometri e ci vanno in treno. Lo zio guida il camion che trasporta il carbone alla centrale termica che provvede al riscaldamento della scuola e del casermone staliniano. Il carbone viene trasportato con una teleferica anche ad un altro fabbricone dove lo usano per glassare i dissidenti. Eccetera, eccetera. E se zio trova un ingorgo e non consegna il carbone alla centrale termica la gente si incazza e manifesta perchè è senza riscaldamento.
    Non il solito clone di “simcity”, non una parodia come “tropico”. Non limitato alla logistica come OpenTTD ma con le stesse complicazioni. Non focalizzato alla produzione come Factorio, ma con quasi le stesse possibilità. A tutto questo bisogna aggiungere una “simulazione economica” della fluttuazione dei prezzi delle materie prime (e potrete commerciare sia con il blocco occidentale che con quello orientale) e una ricostruzione dei modelli dei veicoli di stampo sovietico dal 1960 al 1990 veramente notevole per accuratezza.
    Difficile, difficile, difficile: riuscire a costruire uno stato autosufficiente al livello “easy” è già una impresa degna di nota, soprattutto non è detto che automaticamente si ripeta durante la vostra partita successiva.

    Costa 25 sacchi ma decisamente non ho il cuore di dirvi di “affittarlo su internet” perchè non è prodotto da una multinazionale ma piuttosto da poche persone che hanno un nome ed un cognome.
    Non ci sono Stuka in picchiata ed è pieno di stelle rosse ovunque, ma mi sento di bollarlo come un vero passatempo per la coltivazione di giovani nazionalsocialisti.

    Sojùz nerušìmyj respùblik svobòdnych
    Splotìla navéki velìkaja Rus’.
    Da zdràvstvuet sòzdannyj vòlej naròdov
    Edìnyj, mogùčij Sovétskij Sojùz!

    jewtube(punto)com/watch?v=w_vYNmntZVQ

  2. Visto che ne ho parlato a commento dell’articolo su Supernegro, un “consiglio per la visione” (ma non certo per gli acquisti: affittatelo su internet e non date una lira a Disney+) –
    “The Mandalorian” (2019 – in corso, 16 puntate, due serie)
    Attualmente esistono due versioni molto ben separate della galassia lontana lontana di Guerre Stellari: una fa schifo mentre l’altra è quella rappresentata in questa serie, che a tutti gli effetti può essere considerata non solo un discreto spettacolo televisivo ma anche una buona continuazione della storia originale. Questa dicotomia rappresenta anche le due fazioni attualmente in lotta all’interno della multinazionale del topo e apparentemente, per una volta, pare che i “buoni” stiano vincendo. Le motivazioni per cui i buoni stanno vincendo sono in fondo secondarie, magari a volte ci potrebbe piacere rilassarci un’oretta davanti alla TV senza nessuno che ci faccia la predica o che cerchi di convincerci che 2+2 fa 5.

    Questa serie racconta le avventure di un “Mandaloriano”, ovvero una specie di cacciatore di taglie appartenente alla stessa categoria del vecchio Boba Fett. Più o meno lo stesso costume, ma decisamente più simpatico. L’ambientazione è quella della prima trilogia di film, più o meno stesse ambientazioni, più o meno stessi veicoli e le storie sono gestite vagamente come un “western spaziale”.
    Immaginate di essere un attore scarsamente famoso ma con alle spalle partecipazioni a serie di successo. Vi viene proposta una parte da protagonista in uno show Disney basato su Guerre Stellari. Ma poi vi dicono che non potrete mai togliervi l’elmo (perchè questa è la via). Poi scoprite che il vero protagonista è il pupazzo di baby Yoda. Nel frattempo il personaggio più popolare dopo baby Yoda è la ex lottatrice di MMA italoamericana che potrebbe rompervi il naso se protestate. Poi vi dicono anche che “è solo il tuo particolare clan che non si toglie mai l’elmo ma altri Mandaloriani lo fanno” e la prima che lo fa è quella che faceva Starbuck nel rifacimento di “Ebrei nello spazio” (Battlestar Galactica). Alla fine arriva pure Luke Skywalker. Meno male che eravate il protagonista…
    Non importa, Pedro, tanto lo sappiamo chi sei: tuo padre maneggiava embrioni umani con parecchia disinvoltura negli anni 90 e tuo fratello è un travestito.
    Tieniti l’elmo che è meglio. Anche perchè senza elmo si rischia sempre di fare la fine che hai fatto ne “il trono di spade”.

    A parte tutto, è un buon telefilm. Molto “classico”. Ovviamente le “minoranze” sono ben rappresentate, ma in modo da non urtare la sensibilità di un Antani qualsiasi: quindi troverete “Apollo Creed” e Giancarlo Esposito (el pollo hermano) oltre a parecchi attori famosi che hanno prestato la voce per il doppiaggio di qualche bestia strana ma che potreste apprezzare solo nella versione originale, ad esempio Nick Nolte. Gradite anche le apparizioni di Temuera Morrison che riprende il ruolo di Boba Fett e di Rosario Dawson nel ruolo di Ahsoka Tano.

    Ovviamente non tutte le puntate sono “capolavori”. Ma alle volte uno potrebbe anche semplicemente voler “staccare il cervello” senza farsi troppe seghe mentali e senza dover spiegare ogni cinque minuti alle figlie le motivazioni che hanno portato il protagonista dello spettacolo a sposare la marmitta di un Land Rover.

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