Compagni terroristi rossi manifestano per “no a estradizione compagni”

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L’ex leader di Potere Operaio all’Adnkronos: “Sit-in, manifestazioni e presidi per ‘no’ a estradizione compagni”

Sit in, manifestazioni, presidi per dire no all’estradizione dei nove terroristi italiani fermati a Parigi. Oreste Scalzone, ex leader di Potere Operaio, da sempre punto di riferimento dell’azione in difesa della comunità degli ex aderenti alla lotta armata in Italia rifugiati in Francia, sostiene e propone iniziative simboliche per affermare il no all’estradizione ”delle persone, compagne e compagni, oggi minacciate”.

“Mi va benissimo – osserva all’Adnkronos Scalzone – che nascano, si aggreghino e coordinino, reti, comitati e anche mobilitazioni e appelli di cosiddette ‘personalità intellettuali’. Certo, a patto che non si utilizzino argomenti che non solo sono spuntati, ma hanno un effetto che si usa chiamare ‘boomerang’: esempio, il chiamar ‘dottrina’ – così irrigidendola e dando il destro per una guerra di citazioni di frasi disparate e contraddittorie che risulta a nostro danno – quella che è stata una politica inaugurata da Mitterrand in materia e poi seguita, per ragioni di realistica lungimiranza, dai successivi Presidenti fino a ieri. Occorre che anche le persone più benintenzionate e al contempo Savant, esprimano concetti rigorosi, che non possano essere utilizzati per corroborare discriminazioni che portino danno a qualcuno, ledendo il principio (che è anche iconograficamente rappresentato dalla Giustizia bendata e dai piatti della bilancia in perfetto equilibrio) di un erga omnes, ‘per ciascuno e tutti’ delle rivendicazioni. Occorre inoltre aprire un dibattito pertinente sul fatto che – oltre un perverso ‘habeas corpus’ alla rovescia che forse è improbabile per l’irricevibilità già ”tecnica”, procedurale delle richieste, che calpestano elementari criteri tuttora quantomeno enunciati ‘in dottrina, in norma e in giurisprudenza’ , come recita il lèssico giuridico – si possa passare ad un grado successivo e ulteriore di persecuzione infinita”.

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Scalzone spiega: “Così come sin dall’epoca della Roma antica esisteva, oltre la morte, la ‘damnatio memoriae’, oggi, ulteriormente oltre, c’è il tentativo di imporre un vero e proprio ‘suicidio dell’anima’, che dovrebbe confermare la ‘Verità Assoluta’ che si pretende sentirsi dire: di esser stati e state, consapevolmente o meno, delle marionette manipolate da una concatenazione di ‘poteri occulti’… L’idea-forza è quella di dichiarare che, dal secondo dopoguerra e alle nostre latitudini, ogni gesto di rivolta sia im-pen-sa-bi-le – scandisce Scalzone – se non come manipolato dall’alto, cioè il contrario di quello che enuncia. Neanche più ‘follìa criminale’, mostruosa, ma proprio ‘tutto il contrario”’.

Pensando agli ex aderenti alla lotta armata, Scalzone osserva: “Non è vero che alcuno abbia sofferto il carcere, o che non abbia avuto compassione per i familiari di persone ferite o uccise. Nessuno ha espresso sghignazzo compiaciuto, o fatto il miles gloriosus”.

Quanto alla richiesta dei nove terroristi italiani di non essere estradati, Scalzone osserva: “Ci possono essere e ci sono stati casi rarissimi di persone per le quali l’estradizione significa comunque avere una condizione per esempio detentiva meno peggiore e che perciò l’hanno accettata. Ma in generale direi….’ci mancherebbe che non la rifiutassero’. Io penso che alla fine Stato italiano e parti lese non avranno i loro corpi. Assistiamo ad un incrocio tra le parti civili e lo Stato… come un incastrarsi e un legarsi le mani a vicenda. Lo Stato, almeno a parole, non avrebbe come ‘committente’ la parte lesa. Lo Stato, nella forma della giustizia penale, ha come compito assegnatagli dalla giuridicità formale quello di risarcire il vulnus apportato al corpo sociale….”.




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