Tribunale commissaria il M5s: è come una società in bancarotta

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Il Movimento 5 Stelle non ha un leader? La Corte d’Appello di Cagliari ha dichiarato inammissibile il reclamo presentato da Vito Crimi contro la nomina di un curatore speciale per il M5S, nell’ambito della causa intentata dalla consigliera regionale (espulsa e poi reintegrata) Carla Cuccu.

Per la Corte d’Appello i decreti del Presidente del Tribunale non sono reclamabili. Nel provvedimento di nove pagine, firmato dalla Presidente Maria Mura, la Corte, nel respingere il reclamo di Crimi, scrive infatti: “Pur concordandosi con Vito Claudio Crimi e l’associazione MoVimento 5 Stelle che in astratto la reclamabilità in Corte d’Appello ex art. 739 c.p.c. non è preclusa dalla natura non decisoria e non definitiva del provvedimento, tuttavia ciò non conduce ad un risultato per essi favorevole, in quanto, ad avviso del Collegio, il reclamo non è consentito dalla disposizione codicistica invocata che prevede la reclamabilità soltanto dei decreti del giudice tutelare davanti al Tribunale e dei decreti del Tribunale in camera di consiglio in primo grado davanti alla Corte d’Appello”.

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“Detto articolo non prevede infatti quale regola generale la reclamabilità dei provvedimenti del Presidente del Tribunale ma esclusivamente del Tribunale ed essa non può pertanto essere invocata a sostegno dell’impugnazione che ci occupa, così come peraltro affermato da autorevole dottrina e dalla Corte di Cassazione seppure con riguardo a provvedimenti presidenziali pronunciati in materie diverse da quella all’esame”, si legge ancora.

CUCCU – “Il Collegio ha accolto la nostra eccezione di inammissibilità del reclamo di Crimi, eccezione fondata su una giurisprudenza granitica, come evidenziato nell’ordinanza. Ora confidiamo che il M5S proceda alla nomina del nuovo legale rappresentante e che questi prenda atto dell’illegittimità dell’espulsione di Carla Cuccu, come già riconosciuto in via cautelare dal Tribunale di Cagliari”. Così gli avvocati della consigliera Carla Cuccu, Patrizio Rovelli e Lorenzo Borrè.

VILLAROSA – “E quindi… che significa? La mia espulsione nasceva da una richiesta ufficiale del ‘capo politico’ che, a quanto pare, non era capo politico come ho ripetuto più volte nei mesi passati (tra l’altro). Torno ad essere un portavoce del Movimento 5 Stelle?”. Se lo chiede, su Facebook, il deputato Alessio Villarosa – espulso dal M5S per non aver votato la fiducia al governo Draghi – commentando la decisione della Corte d’Appello di Cagliari, che ha rigettato il ricorso presentato dal reggente Vito Crimi contro la nomina di un curatore speciale del Movimento.