Preferivamo il Fedez che diceva quello che pensava. Di quello che dice quello che gli conviene per vendere più smalti ai gay.
Il Giornale oggi mette tutti in fila i versi più violenti del buon Fedez. Prendiamo Blasfemia, del 2010, con Emis Killa: «Ti do mezza busta se mi fai un mezzo busto, / te la do tutta se ammazzi Barbara D‘Urso / perché io non posso ancora concedermi questo lusso».
«Cugino, / anche se non hai la parrucca, / io ti sgamo da lontano, / sei una troia. / Succhia, succhia» (Boom, 2010). «I soliti sospetti verso i soliti frocetti, / la realtà è sempre peggio / di come te l’aspetti» (Disagio Skit, 2010). «Io non succhio cazzi, / non sono tuo fratello, / e comprati il labello / al sapore di uccello» (Non ci sto più dentro, 2010; il brano è contenuto nel mixtape BCPT di Fedez; il rapper duetta qui con Emis Killa, ma la strofa è cantata da lui).
«Stupro la Moratti / e mentre mi fa un bocchino / le taglio la gola / con il taglierino». Nello stesso brano quest’altra perla: “E’ l’unica esperienza, davvero unica/Ammazzare uno sbirro, da vero hoolingans“. Chiaro il concetto di donna che emerge: “Per superare quest’inverni ci vuole una figa/ Che ha visto più dita che assorbenti interni/ Voglio una topa come Bianca e Bernie/ Non la voglio che scopa ma che riesca a mantenermi“.
Beh, l’ha trovata.
Ma la canzone l’ha dedicata alla ferragnez?Ma perché non se ne va a cantare le sue lagne sui barconi?