Ddl Zan, le toghe rosse già pronte ad arresti di massa di dissidenti

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Dare in mano alle toghe rosse la legge Zan è come dare ad un branco di scimpanzé una pistola. Ma davvero volete essere giudicati e arrestati per avere detto che “i ricchioni non devono adottare”? Davvero volete dare questo potere a questo pezzo di magistratura più corrotta della storia?

Perché se anche i magistrati sono in maggioranza onesti, basta una minoranza politicamente motivata e ideologicamente corrotta per distruggere migliaia di vite.

Alberto Gambino, presidente di Scienza e Vita. A suo giudizio, il vero rischio innescato dal Ddl Zan è il «far west nelle Procure». Perché si presta agli stessi «equivoci interpretativi» riscontrati sul concorso esterno in associazione mafiosa. Entrambi, spiega, lasciano «ai pm ampia discrezionalità». Entrambi delineano la stessa «evanescenza» nella tipizzazione del reato, con conseguente rischio di incostituzionalità». Un secondo rischio tra nell’apertura di un’infinità di fascicoli. Il testo non punisce solo la discriminazione, ma anche l’istigazione a discriminare. Entrambe evanescenti e quindi esposte alla discrezionalità. «Il punto – conclude Gambino – è che col ddl Zan si vuole armare una impostazione culturale silenziando le altre». Il bavaglio, appunto.

In realtà è più simile alla famigerata Mancino che prevede lo psicoreato di ‘razzismo’.

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Cosa che piace ai grillini che passano all’azione attraverso il ricorso ad una procedura d’urgenza per arrivare a far calendarizzare il testo per l’aula. Ad ufficializzare l’iniziativa, la senatrice Alessandra Maiorino. Una mossa, la sua, che in realtà vuole prendere due piccioni con una fava sola. Della concorrenza con il Pd si è già detto. L’altro obiettivo è vanificare l’annunciata presentazione da parte di Matteo Salvini di un ddl leghista che depotenzia il testo sostenuto dal marito di Ferragni.

A presentarla dovrebbe essere il presidente della commissione Giustizia, Ostellari, che è anche il relatore della legge. Un’iniziativa, però, che non piace a Fratelli d’Italia. «Il testo della Lega – puntualizza Alberto Balboni – è un’iniziativa autonoma del senatore Ostellari che non ha ritenuto di condividere con noi, anche se sulle critiche al Ddl Zan siamo sulla stessa lunghezza d’onda». Ma la reazione più veemente al blitz grillino sulla procedura d’urgenza arriva dall’ottimo senatore Lucio Malan. «Il solo chiederlo – avverte – indica volontà eversiva. Il fatto è che temono il confronto, temono che si parli di ciò che realmente c’è nel Ddl Zan e non di ciò che falsamente raccontano, appoggiati da gran parte dei mezzi di informazione».

Sia chiaro, ove approvassero questa schifezza, il Parlamento sarebbe da considerare un’escrescenza cancerosa della democrazia. Con il tentativo di una minoranza che oggi alle urne rappresenterebbe nemmeno un terzo degli elettori, che vuole imporre alla maggioranza la propria visione distorta, perversa e oscena della società. Sarebbe una chiamata alle armi e i movimenti sovranisti dovrebbero immediatamente chiamare la piazza e uscire dall’aula.

Per noi cambierebbe poco, già oggi con l’omologa legge sul sedicente ‘odio razziale’, se scrivi che in Italia non dovrebbero vivere milioni africani, una cosa assolutamente normale, il magistrato di turno ti può indagare per “istigazione all’odio razziale”. Cambierebbe invece per i cattolici amici degli immigrati che d’ora in avanti capiranno cosa significa dissentire dalle prostitute ideologiche che gestiscono il potere.




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