Vaticano fa soldi con l’immigrazione e finanzia la propaganda immigrazionista

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Perché il complesso mediatico della Chiesa si lamenta quando un barcone di clandestini non arriva in Italia?

Parliamo dal centro accoglienza di Rocca di Papa, gestito dalla Auxilium coop dei fratelli Chiorazzo, da dove fuggirono i clandestini “tenuti in ostaggio” da Salvini sulla Diciotti.

La coop bianca di Chiorazzo Angelo ha avuto un fatturato di 61,1 milioni di euro del 2016 al culmine dell’operazione Mare Nostrum. Con Salvini al Viminale i suoi affari si erano quasi azzerati.

questa Auxilium fa affari ovunque, non solo con il famigerato centro di accoglienza di Roma, poi chiuso da Salvini tra le proteste del mondo ‘cattolico’:

Mafia Capitale: perquisizioni in centro profughi

Ad esempio a Genova:

Genova: anziani senza casa, appartamenti ai clandestini

Ma è solo una delle tante ‘coop’ della Chiesa che si spartiscono il business dell’immigrazione.

Che è spaventoso. A documentarlo sono gli stessi dati del rapporto Caritas 2017 sulla “Protezione internazionale in Italia“.

Secondo quei dati, che ad oggi non dovrebbero essere superati se non di poco, il 17% dei richiedenti accolti in Italia sono ospiti della Cei. Parliamo all’epoca del grande business targato PD di oltre 23mila stranieri.

Di questi 23 mila immigrati che risultavano nelle strutture religiose, poco meno di 5mila grazie a fondi ecclesiastici o donazioni come l’8 per mille. I restanti il 79% la Chiesa li accoglieva sì, ma usando i soldi dei contribuenti. I famosi ’35 euro’ che ora non ci sono più. E che col ribaltone torneranno.

Parliamo dialmeno 150 milioni di euro all’anno.

A far man bassa di appalti sono le diocesi e la Caritas. L’ente della Cei compare come aggiudicatario in almeno 26 diverse prefetture attraverso le sue diramazioni locali o le fondazioni direttamente controllate. Sondrio, Latina, Pavia, Terni e via dicendo per un importo ben oltre i 30 milioni di euro l’anno. I dati risalgono a tutto il 2016: tra le più ricche la Caritas di Udine, con i suoi 2,7 milioni di euro. Poi la Mondo Nuovo Caritas di La Spezia (1,7 milioni) e infine quella di Firenze (664mila euro). Un capitolo a parte lo merita Cremona, città che ha dato i natali a Monsignor Gian Carlo Perego, direttore Generale di Migrantes (l’ufficio per le migrazioni della Cei). Qui la Chiesa ha fatto bottino pieno: oltre 3 milioni di euro alla diocesi cittadina e 1,6 milioni assegnati alla gemella di Crema. L’attuale vescovo di Ferrara, soprannominato “il prelato dei profughi”, quando guidava la Caritas cremonese lasciò in eredità la cooperativa “Servizi per l’accoglienza” degli immigrati. Coop che ovviamente non si è fatta sfuggire 1,2 milioni di euro di finanziamento nel circuito Cas e altri 2,4 milioni per la rete Sprar 2014/2016 da spartire con altre due associazioni.

“La Chiesa accolga gratis i migranti”, ha chiesto più volte Matteo Salvini invitando i vescovi a dichiararsi pure ospitali, ma senza pesare sui contribuenti. Parole al vento. E così per capire il variegato mondo cristiano nella gestione dell’immigrazione, bisogna pensare al sistema solare: al centro la Caritas (che di solito si occupa solo di coordinare) e tutto intorno un’immensa galassia di organizzazioni più o meno collegate. Vicine al sole ruotano decine di cooperative nate in seno alle diocesi e operative su suo mandato. Spiccano tra le altre la Diakonia onlus di Bergamo, che ha incassato 8,1 milioni. Oppure la Intrecci Coop di Milano, con i suoi 1,2 milioni di euro per l’accoglienza straordinaria a Varese. Dove non arriva la curia ci pensano i seminari, le parrocchie, gli ordini religiosi e le fondazioni. Come la “Madonna dei bambini del villaggio del ragazzo”, che nel 2016 aveva ottenuto l’assegnazione di 1,5 milioni di euro.

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A poca distanza dal cuore del sistema si posizionano invece centinaia di associazioni che si richiamano a vario titolo alla dottrina sociale della Chiesa. Qualche esempio? Tra un coro dello Zecchino d’Oro e l’altro, la Antoniano onlus di Bologna ha accolto pure un piccolo gruppo di migranti. E con il sottofondo del “Piccolo coro” si è vista liquidare 129mila euro in un anno. Alla faccia di Topo Gigio. E ancora la cooperativa Edu-Care di Torino (2,6 milioni assegnati), la San Benedetto al Porto di Genova (fondata dal prete “rosso” Don Gallo), le Acli e via dicendo. L’elenco è sconfinato.

Al banchetto caritatevole partecipano tutte, dalle coop citate nelle carte di Mafia Capitale fino ad arrivare alla diffusa rete delle Misericordie d’Italia. La sezione più famosa è quella che gestisce il Cara di Isola di Capo Rizzuto, finito nella bufera con l’accusa di collegamenti con la mafia e trattamenti inumani verso i migranti. Ma le maglie della Venerabile Confraternita sono fitte e le sue affiliate non si fermano in Calabria. Alcune sezioni controllano diversi Cas tra Arezzo, Firenze, Ascoli, Pisa (e non solo). In Toscana l’introito complessivo per il 2016 è succulento: 6,2 milioni di euro. E pensare che nel vademecum dei vescovi c’è scritto che l’ospitalità può essere anche “un gesto gratuito”. Alcuni non devono essersene accorti.

Un business spaventoso. Non è un caso che la Chiesa si sia scagliata con una violenza inaudita contro il primo decreto Salvini che abolisce la ‘protezione umanitaria’ e contro la chiusura dei porti. E poi contro il decreto sicurezza bis che radeva al suolo definitivamente la mangiatoia dell’accoglienza.

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Misure che, di fatto, eliminano con un tratto di penna migliaia di ospiti pagatori della Caritas. Dimezzando questo business:

Gli affari della Chiesa con gli sbarchi: 1 miliardo di euro per ospitarne 20mila l’anno

Avete mai sentito vescovi e Papa scagliarsi con tale animosità contro chi assassina bambini prima che questi escano dalla pancia della mamma? No.

Mesi fa, il giornale dei Vescovi, che ce l’aveva col governo per la fine dei finanziamenti pubblici ai giornali:

Ora quella parte di Chiesa che adorava i 35 euro più della Croce, ‘resiste’:

La realtà risponde così alla Chiesa di Giuda, quella che si è venduta per 35 euro. E se ne frega se ora i clandestini morti sono il 90% di meno:

Salvini: chi fa sbarcare uccide – DATI

Loro pensano alle loro grandi case vuote, al miliardo di euro perso con i porti chiusi e il taglio dei 35 euro.

Basti vedere chi è che si è scagliato con più violenza contro Salvini:

Vescovo indagato per milioni di euro spariti: “Salvini non può dirsi cristiano” – FOTO

Don Biancalani scomunica Salvini: “Vade retro”

Tutta gente, per un motivo o l’altro, in astinenza da ‘negri’. Tutta gente che non sta nella pelle in attesa della regolarizzazione di 600mila clandestini sanati lo scorso anno al governo Conte. Che se ne fotte dei milioni di italiani che stanno perdendo il lavoro.

Ma quando torneremo, la vendetta deve essere tremenda: la prima nazionalizzazione da fare, prima di Autostrade, è quella dell’immenso patrimonio ecclesiastico che non è utilizzato per il sostentamento e il vitto del clero. Quelle case vuole sono dei poveri italiani. C’è scritto anche nel Vangelo.




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