MAXINCHIESTA INCHIODA LE ONG: CONTATTI CON I TRAFFICANTI, PARTENZA CONCORDATE

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Bisogna risalire alle ‘donazioni’. Chissà se fondi arrivano anche da Benin City.

Gli inquirenti, nelle 653 pagine dell’informativa finale sull’inchiesta, scrivono che «le numerose condotte di cui con la presente indagine si intende dimostrare l’illegalità, sono state messe in atto» dai 24 indagati per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e altro «con un costante modus operandi caratterizzato da connotati ricorrenti e quasi sempre coincidenti».

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Un sistema descritto nei dettagli, che in parte, ma in maniera meno plateale esiste ancora oggi con le Ong rimaste in mare. Il modus operandi è diviso in varie fasi. «Talvolta la nave (degli umanitari, nda) era a conoscenza dell’avvenuta partenza di unità nautiche (gommoni o barchini, nda) con migranti a bordo – si legge nelle carte – o talvolta intratteneva contatti di vario tipo (con i trafficanti, nda) anche al mero fine di indicare la propria presenza in zone di mare prossime al limite delle acque territoriali libiche».




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