Due notizie hanno rapito la nostra attenzione in questi giorni, l’ammassamento di truppe russe al confine ucraino e i voli militari cinesi su Taiwan.
Sembrano non correlate. Ma non è detto. E se Russia e Cina attaccassero in contemporanea, una la parte orientale dell’Ucraina, abitata da russofoni e l’altra Taiwan, isola cinese indipendente? Cosa potrebbero fare gli Usa? Chi si impegna in una guerra su due fronti non è mai stato fortunato.
Sicuramente Putin potrebbe occupare l’Ucraina orientale in poche ore, mentre la conquista (o liberazione, dipende dall’osservatore) di Taiwan, sarebbe cosa molto più complicata. Ma di certo sarebbe uno scenario da incubo per l’America di Biden.
Senza contare che, per mettere ulteriore pepe, Kim potrebbe lanciare un’offensiva, almeno di disturbo, contro la Corea del Sud: potrebbero gli americani combattere su tre fronti lontani migliaia di chilometri dagli Usa e tra loro?
Ci sono anche altre variabili come l’Iran e le milizie libanesi che potrebbero attaccare Israele per approfittare della debolezza del Golem, anche se questo attacco non farebbe parte della strategia russo-cinese ma ne sarebbe una eventuale conseguenza.
Gli osservatori temono un attacco di Putin all’Ucraina dopo le provocazioni americane di inglobare Kiev nella Nato. Ricordiamo che la fine della Guerra Fredda venne concordata con il ritiro dell’Urss dall’Europa orientale in cambio di una promessa che gli Usa non hanno mantenuto: la Nato non avrebbe dovuto allargarsi all’area di influenza ex-sovietica. Del resto, finita l’Urss, che senso avrebbe avuto tranne quello di minacciare la Russia?
Putin conosce le conseguenze di un’offensiva ‘difensiva’ per creare una zona cuscinetto dalle mire Nato, ma potrebbe decidere di non avere scelta. E se avesse un accordo per un attacco coordinato con Pechino, allora potrebbe anche decidere che l’Ucraina orientale non è abbastanza: l’Estonia orientale è a maggioranza russa, ad esempio. Quello che non crediamo è un’invasione dell’Europa un tempo sovietica, non avrebbe motivazioni e sarebbe un incubo strategico occupare popolazioni non russe. Sarebbe una invasione e non una ‘liberazione’.
Viviamo tempi interessanti.
La Russia ha tutte le ragioni del mondo per pretendere l’annessione delle regioni dell’Ucraina orientale. Sono popolate al 90% da russi, e purtroppo il governo di Kiev non vuole introdurre un modello federalista che concede autonomia politica e linguistica a quelle regioni. Vuole l’accentramento, e, temo, pure l’assimilazione. Io sono per l’emancipazione dell’Ucraina dalla Russia, ma non per i motivi dei russofobi.
Quanto a Taiwan, che dire, etnicamente è cinese, ma politicamente è avverso alla Repubblica Popolare Cinese. Non capisco perché Pechino ha questa ossessione di impadronirsi dell’isola. Ma cosa ne gliene frega?