Pensavano di avere a che fare con emigrati come loro, invece Mamadou era una bestia che dovrebbe essere scorticata a morte.
La sentenza di primo grado era stata emessa l’8 febbraio del 2019. In primo grado Mamadou Kamara era già stato condannato all’ergastolo:
Ma questa bestia ha avuto l’ardire di ricorrere alla sentenza.
Salvini dedica chiusura Mineo ai due coniugi sgozzati da profugo
Dopo il brutale doppio omicidio, rientrato in bicicletta nel Centro accoglienza richiedenti asilo di Mineo in cui era ospite, fu bloccato da militari dell’esercito e da un ispettore capo della polizia in servizio nel Cara, insospettiti dai vestiti che indossava, quelli della vittima, troppo grandi per lui.
Tra gli atti del processo prodotti dall’accusa ci sono le indagini e i filmati visionati dalla Squadra Mobile di Catania che lo riprendono mentre esce dal Cara e mentre si avvicina alla villa. E anche una sua polo blu trovata sporca di sangue nell’abitazione dei coniugi, dove furono rinvenuti anche parte di un braccialetto che l’ivoriano aveva nello zainetto dove nascondeva la refurtiva, i suoi pantaloni sporchi di sangue e le ciabatte della vittima.
Vincenzo Solano, 68 anni all’epoca dei fatti, e la moglie Mercedes Ibanez, 70, erano due coniugi con una vita tranquilla.
Dopo tanti anni trascorsi da emigranti in Germania, arrivati alla pensione si erano trasferiti nella terra natìa di Vincenzo, la Sicilia.
Li attendeva una lunga e serena vecchiaia in una villetta comprata coi soldi di tanti anni di sacrifici. E invece no.
Sulla loro strada, i Solano, hanno incontrato un 18enne della Costa d’Avorio, Mamadou Kamara. Il solito africano fuggito da guerre che non ci sono e per anni mantenuti in Italia.
Lui, in particolare, era uno delle migliaia ospitati a spese dei contribuenti nel lussuoso CARA di Mineo.
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La figlia è una donna con le palle. Una delle poche parenti di vittime degli immigrati che ha avuto il coraggio di urlare, forte, la propria disperazione contro la politica dei porti aperti.
Rosa, che lavora nel milanese e che da allora lotta insieme a UNAVI – Unione Nazionale Vittime, associazione presieduta da una combattiva e mai doma signora pavese, Paola Radaelli, affinché i suoi genitori abbiano giustizia, il 21 gennaio, data della prima udienza, di fronte al Tribunale di Catania, farà parte di un presidio che vedrà la partecipazione di altre vittime degli immigrati.
Dopo il brutale omicidio, non esitò ad incolpare i veri mandanti della strage. Quelli al governo. Quelli che hanno aperto i porti:
“MIEI GENITORI SGOZZATI DA PROFUGO, MA GOVERNO CONTINUA A FARLI SBARCARE” – VIDEO
Scrive Cristiano Puglisi sul proprio blog, che in un Paese normale, la prima udienza del processo d’appello per il caso dei coniugi Solano, massacrati nella loro abitazione di Palagonia, in Sicilia, il 30 agosto del 2015 da un ivoriano ospite del CARA di Mineo, sarebbe balzata sulle prime pagine di tutti i quotidiani. Invece così non è.
E non è perché abbiamo un regime mediatico corrotto. Che stiamo abbattendo giorno dopo giorno.
Odio molto di più questi invasati buonisti che si ostinano e ostinano e ostinano a aiutare quei popoli di sfigati e fetecchie. È colpa loro se ci siamo ridotti cosi. “Poverini, aiutiamoli”… POVERINI AIUTIAMOLI UN CAZZO!!!! SONO DEI MILIARDI NOI DOBBIAMO AIUTARE LORO???? CI TRAVOLGERANNO A TUTTI QUESTE SCOREGGE UMANE!!!
PS Di buonisti ne muoiono ancora troppo pochi. Ultimamente ci hanno dato una bella sfoltita, ma in giro ce ne sono ancora troppi di sti bastardi che pensano di lavarsi la coscienza aiutando merde viventi…