I Rom chiedono a Draghi i soldi del Recovery Plan: “Siamo risorsa per l’Italia”

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A suon di raccontare cazzate in televisione, questi ci credono davvero.

I rom residenti in Italia vogliono mettere le mani sul Recovery Plan. E’ quanto propone la loro rappresentante, tal Dijana Pavlovic, attivista del movimento Kethane, in occasione della Giornata internazionale dei rom, sinti e caminanti.

L’attrice serba naturalizzata italiana ha fatto sapere che il prossimo 15 aprile proporrà un documento al governo in cui si chiede che le comunità nomadi attualmente residenti in Italia vengano incluse nel ‘piano nazionale di ripresa e resilienza’.

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«Dobbiamo avere il coraggio di dire che siamo una risorsa importante», ha dichiarato Pavlovic ai microfoni di Adnkronos. Lo Stato, per l’attivista, ha il dovere di «riconoscere il ruolo» dei nomadi «all’interno della rinascita del Paese».

Del resto, senza di loro, chi si ‘occuperebbe’ dei turisti? Chi farebbe la guardia alle nostre case, la notte?

«Il Covid ha reso le condizioni ancora più drammatiche. Circa il 40% delle comunità rom e sinti vive di economia circolare informale, guadagnando attraverso l’organizzazione di mercatini locali. Ora queste attività sono completamente sparite. Perciò anche dal punto di vista economico è un vero e proprio disastro». Che tradotto significa: con il lockdown sono spariti i turisti da scippare e la gente se ne sta chiusa negli appartamenti che molti dei nomadi erano soliti svaligiare. Come li allestiamo i mercatini —illegali e senza permessi — di materiale rubato se non possiamo più rubare?

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«Oltre il 24% dei rom e sinti vive senza accesso ai servizi primari come acqua ed elettricità e l’aspettativa media di vita è inferiore di circa 10 anni rispetto alle altre persone». Continua Pavlovic: «Abbiamo 40mila bambini completamente tagliati fuori dal sistema scolastico».

La soluzione è tornare in India.




5 pensieri su “I Rom chiedono a Draghi i soldi del Recovery Plan: “Siamo risorsa per l’Italia””

  1. Risorsa i Rom? Che vivono di furti, ricettazione e accattonaggio? Questa sì che è una barzelletta degna di La Sai l’ultima.

    Come ho scritto in un altro commento, nei paesi in cui sono minoranza consistente, come Romania, Slovacchia, Serbia, Ungheria, ecc., le locali popolazioni li disprezzano e li odiano in modo viscerale, a livello tale che se potessero li metterebbero nelle camere a gas. Ed è chiaro che l’adesione all’UE di alcuni di questi paesi, oltre che per usufruire di importanti fondi strutturali, è dovuto anche al fatto che essendo in vigore all’interno dell’area UE la libera circolazione delle persone tra gli Stati membri (che da un certo punto di vista può anche essere una cosa buona), hanno intenzione di favorire l’esodo dei Rom per diminuire notevolmente la loro presenza e diffonderla altrove.

    I Rom sono un gruppo etnico a tutti gli effetti, ciò nonostante, siccome amano campare illecitamente e sulle spalle degli altri, ai loro rappresentanti politici non gli passa neppure per l’anticamera del cervello di trovarsi un’area del mondo in cui crearsi un proprio Stato nazionale.

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