Immigrato allontanato, il giudice: «Trattava la moglie come bestiame»

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L’inferno tra le mura domestiche per una giovane mamma albanese, residente in un comune della zona termale, è durato dieci anni. Dal luglio del 2010 all’agosto del 2020, è stata costretta a subire minacce di morte, offese e pestaggi da parte del marito. L’apice di tanto odio, si è registrato la scorsa estate quando il compagno l’ha stuprata. L’uomo di 44 anni, accusato di maltrattamenti in famiglia e violenza sessuale, è stato raggiunto dal provvedimento restrittivo dell’allontanamento dalla casa di famiglia e dal divieto di avvicinarsi ai luoghi frequentati dalla vittima. Una misura ottenuta dal pubblico ministero Sergio Dini, titolare delle indagini. Al Gip ha scritto “…Tratta la moglie come se fosse un capo di bestiame, la considera una sua proprietà di cui poter disporre sessualmente e lavorativamente a proprio piacimento…Tutto indica un substrato culturale improntato a una inaccettabile visione di inferiorità della donna…”. E sempre nell’applicazione del così detto “codice rosso”, è stato arrestato ed è finito dietro alle sbarre un padovano capace di minacciare i genitori e pestare la sorella per un po’ di denaro.

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Albanese allontanato da casa, il giudice: «Trattava la moglie come bestiame»




2 pensieri su “Immigrato allontanato, il giudice: «Trattava la moglie come bestiame»”

  1. Lady Pietà ovviamente non si esprime. Perché lei è femminista e per l’autodeterminazione della donna (alias puttanismo) solo quando il maschio è bianco e cristiano. Le donne che danno credito a questa persona sono di un sottosviluppo intellettivo spaventoso. Farebbe impallidire un ne(g)ro.

  2. Stai attento caro giudice a che non arrivi qualche tuo indegno collega di ziniztra e non annulli la sentenza, pungolato da magistronzi e legulei d’adeguata natura.

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