Il presidente Istat Blangiardo ha ripetuto in un’intervista al giornale russo Sputnik quanto già spiegato altre volte: non saranno gli immigrati o i loro figli a pagarci le pensioni.
— Noi siamo di fronte ad un malato la cui malattia è chiara, abbiamo già fatto la diagnosi. Sappiamo perché le coppie italiane fanno meno figli, pur desiderandone di più. Di fatto, se noi andiamo a fare l’indagine, scopriamo che i nostri giovani vorrebbero avere mediamente due figli, ma in realtà il valore medio della fecondità nella popolazione italiana, a parte l’esperienza Covid, era intorno 1,3 figli. Quindi, c’è una differenza tra quello che si vorrebbe fare e quello che si fa.
Esperto smonta la sinistra: “I migranti non ci pagano le pensioni”
— Tutti questi fattori sono ben noti, se ne parla da parecchio tempo ma ci vuole senz’altro un’azione d’intervento da tanti punti di vista: economico, normativo e direi anche culturale. Dobbiamo far passare l’idea che i figli degli altri sono una mano a noi stessi, sono quelli che pagheranno le pensioni a noi che eventualmente non abbiamo figli. Quindi, dobbiamo accogliere il comportamento e le scelte di chi si sacrifica per fare figli ed aiutarli (anche con i piccoli interventi) a costruire il futuro di tutti noi come Sistema Paese. È un grande passaggio culturale su cui dobbiamo darci da fare.
Il problema è calibrare gli aiuti alla natalità in una società che ospita troppi immigrati per non finanziare quella sbagliata:
Assegno unico familiare: 250 euro al mese ad ogni immigrato per fare figli in Italia
Rovesciamo il Sessantotto e tutto ciò che ne è consustanziale, e vedrete come la natalità schizzerà.