Ecco il prete anti-Biancalani: “Immigrati spacciano, quanti giovani italiani devono morire ancora?”

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Ci sono i preti come don Biancalani che ospitano gli spacciatori di droga, e quelli che li combattono.

E’ ancora una volta padre Nuara a prendere posizione e lo fa con dichiarazioni forti, il sacerdote in un post su Facebook interviene su temi importanti come immigrazione e droga.

“Come sacerdote – ha scritto – sono per l’accoglienza, non, tuttavia, per l’emergenza. Sono stato sempre dell’idea che chiunque entra in Italia deve avere i requisiti per farlo. Inoltre, il paese che accoglie deve essere nelle condizioni di offrire un lavoro dignitoso, alla pari con chi li accoglie. Quando ciò non è possibile, sempre per il rispetto della dignità delle persone, non si accoglie. A Ribera abbiamo due tipi di extracomunitari: quelli che onestamente lavorano, anche se pagati in nero, e non danno fastidio e un altro gruppo ben nutrito che vive nell’ombra, senza una fissa dimora e senza un lavoro”.

Il sacerdote poi menziona i posti e luoghi dove a Ribera vivono alcuni immigrati: “Via Tevere- aggiunge – la cantina di Via Musso e tanti altri posti in giro per il paese sono un affronto alla dignità della persona. Se da Via Tevere si sono fatti sloggiare gli inquilini, perché le case erano pericolanti, come mai si consente ad altri di abitarci, senza sicurezza e senza alcun rispetto per l’igiene? La ex cantina di Via Musso avrà un proprietario e allora chi ne ha la responsabilità di questo degrado? Ribera è invasa dalla droga”.

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Nella parrocchia di padre Nuara e’ stato inaugurato poche settimane fa un centro di ascolto per i giovani alle prese con problemi di dipendenza, su tutte droga e alcol. A Ribera a causa della droga sono morti molti giovani.

Ed e’ stata soltanto l’ultima iniziativa del clero di Ribera che da anni porta avanti un’opera di sensibilizzazione, consapevole di come la tossicodipendenza sia una piaga particolarmente presente nella comunità crispina

“Forse – conclude – aspettiamo che muoiano altri giovani per battere loro le mani all’uscita della Chiesa? L’emergenza è grave. Speriamo di non arrivare sempre tardi”.

Non male reverendo Nuara. Ma si può fare meglio.




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