Ius Soli, presa baby-gang di immigrati che massacrava italiani: capo è uno stupratore di 15 anni, in galera ritrova il padre

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Un ricongiungimento familiare come piace alla CEI

«Io sono stato in carcere, adesso ci vai anche tu così vediamo quanto vali». Sono le parole che ha pronunciato il padre del 15enne arrestato dalla polizia con l’accusa di essere a capo (assieme a un 17enne) di una baby gang di quindici adolescenti che tra luglio e febbraio ha commesso rapine e aggressioni nella zona di Crescenzago, Lambrate e Villa San Giovanni.

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Si facevano chiamare “KO Gang”, un nome che secondo gli investigatori deriverebbe da quello scelto da alcuni dei componenti per fare musica trap. Il padre del ragazzino, già noto alle forze dell’ordine, ha avuto solo parole sprezzanti per i poliziotti e per il figlio.

Se il 17enne è incensurato, per il 15enne non sono i primi problemi con la legge. Già a 13 anni (in età non imputabile) era stato accusato di violenza sessuale e lesioni nei confronti di una coetanea. In questi due anni ha continuato a vivere la strada, diventando il punto di riferimento per il gruppetto di ragazzi composto da immigrati di seconda generazione. La gang si è resa responsabile di intimidazioni, pestaggi, rapine.

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Le indagini del commissariato Villa San Giovanni, diretto da Alessandro Chiesa, sono iniziate da un episodio del 13 febbraio scorso, quando la baby gang ha forzato l’ingresso contingentato di un supermercato in zona Adriano e ha aggredito il vigilanti. «Quando l’uomo ha tentato di fermarli – hanno raccontato gli investigatori – il 15enne gli ha detto “ora ti prendo la pistola e ti sparo in gola”». Partendo da questa vicenda i poliziotti sono riusciti a ricostruire una serie di rapine e assalti.

Il primo è del 27 luglio quando in via Adriano la baby gang sale sul bus 86 senza mascherina, costringendo il conducente a fermare la vettura: il rimprovero scatena la furia dei ragazzini, che danneggiano il mezzo al punto da renderlo inutilizzabile. Si va al 10 dicembre; in questa occasione i minorenni hanno rapinato, a distanza di pochi minuti, tre ragazzine e poi altrettanti 16enni nel sottopasso di Crescenzago. È del 26 gennaio 2021 l’episodio più violento, sul bus 53 in zona Lambrate.

Il gruppo chiede a un uomo di 47 anni di sedersi accanto a lui nonostante sia ben visibile il cartello di divieto per la distanza di sicurezza. L’uomo risponde all’ennesima offesa e scatta il pestaggio. Arriviamo al 9 febbraio in via Pontano, dove le vittime sono 2 studenti d 16 anni. Uno di loro evita le botte solo perché figlio del preside.

Le seconde generazioni sono la più grande minaccia per il futuro. Abrogare subito i ricongiungimenti familiari.




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