Odio razziale perché cacciano senegalese dal mercato: ma se fai a pezzi Pamela NO

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Dobbiamo aggiornare:

Se immigrato stupra italiana non un giorno di carcere: 4 anni se italiano incendia campo nomadi, odio razziale a intermittenza

Se stupri donne esclusivamente bianche e le fai a pezzi non è odio razziale. Lo è se sgomberi in malo modo un campo nomadi. E se cacci un senegalese dal mercato:

Minacce di morte a sfondo razziale ad un ambulante, poi costretto ad abbandonare il posto al mercato dove lavorava legalmente? G. N., 59 anni di Campi Salentina ed F. E., 54 anni di Lecce sono finiti sotto processo per i reati di violenza privata pluriaggravata per finalità di discriminazione e per odio etnico o razziale e lesioni personali aggravate.

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Il gup Laura Liguori, al termine dell’udienza preliminare, ha rinviato a giudizio entrambi gli imputati. Dovranno presentarsi il 6 luglio dinanzi al giudice monocratico Giovanna Piazzalunga per l’inizio del processo. Sono assistiti dagli avvocati Angelo Vetrugno e Alessandro Mariano che potranno dimostrare l’estraneità alle accuse durante il dibattimento.

I fatti risalgono al 3 ottobre del 2018. I due imputati sono accusati dal pubblico ministero Massimiliano Carduccidi avere impedito ad un commerciante ambulante senegalese, attraverso una serie di minacce dettate dall’odio razziale, di montare il proprio banco vendita presso il mercato settimanale di Novoli. Nonostante, tra le altre cose, non fossero titolari di alcun parcheggio.

Nello specifico, quel giorno F. E. per favorire G.N. e d’accordo con questi, già prima di arrivare alla zona del mercato, avrebbe cominciato ad aggredire verbalmente il “collega” straniero. Quest’ultimo aveva regolare titolo di “spuntista” (era regolarmente registrato nell’elenco degli esercenti assegnatari dei posteggi del Comune di Novoli) e non era intenzionato ad abbandonare il posto. Allora, il 54enne leccese avrebbe estratto un coltello a serramanico puntandoglielo tra il collo e la gola e provocandogli un graffio. Non solo, poiché rivolgendosi al senegalese, gli avrebbe intimato di inginocchiarsi al suo cospetto per chiedergli scusa, perché era lui a comandare lì.

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Nel frattempo era scattata la solidarietà dei connazionali della vittima, che avevano allertato le forze dell’ordine.

A quel punto sarebbe giunta prontamente la “risposta” del capannello di persone che si era formato attorno a loro per dare manforte all’aggressore. E addirittura qualcuno avrebbe esclamato: “Non puoi chiamare i carabinieri perché sei nero, noi Italiani dobbiamo chiamare i carabinieri”.

In quei frangenti sarebbe arrivato anche G. N. a sostegno di F. E. ed avrebbe rincarato la dose di minacce. “Non ti faccio più mettere piede a Novoli”. E poi: “Non sapete con chi avete a che fare”.

Intanto, giungevano sul posto i Carabinieri, ma nonostante la loro presenza, il 59enne di Campi avrebbe continuato ad inveire contro l’ambulante sengalese, minacciando di ucciderlo entro la serata, costringendolo a lasciare il mercato. Non pago di avere ottenuto il proprio obiettivo, avrebbe infine “ostentato” pubblicamente il proprio razzismo, vantandosi di essersi comportato da italiano difendendo il proprio posto di lavoro dagli stranieri.

Kabobo ha ammazzato a martellate quattro italiani. Oseghale ha fatto a pezzi Pamela. Per loro niente odio razziale. Nemmeno per il mulatto che a Torino ha ucciso un ragazzo e confessato di averlo fatto “perché italiano”. Lo è, invece, se Gianni e Francesco cacciano Mohammed dal mercato.

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