I suoi ospiti spacciano e pestano le donne, Biancalani: “Combattere il razzismo”, e gli spacciatori tornano in chiesa

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Sono passati cinque mesi dall’esplosione dell’emergenza Covid tra i migranti ospitati nella parrocchia di Vicofaro, con la parrocchia messa in quarantena, le transenne a bloccare la chiesa e gran parte dei giovani africani trasportati con gli autobus negli alberghi sanitari di Montecatini. Erano le settimane tra ottobre e novembre 2020. Finita la quarantena, abbassatesi le luci dell’emergenza, Vicofaro è tornato alla situazione di prima. Con don Massimo Biancalani e i volontari che lo aiutano, impegnati come sempre nell’accoglienza di oltre cento migranti che altrimenti non avrebbero altro luogo dove andare. Dell’accordo Asl-Curia dello scorso ottobre per decongestionare la parrocchia, non si sa più nulla.

«Rispetto ai mesi addietro – sintetizza il sacerdote – la situazione non è cambiata. Dopo i fatti del Covid, i ragazzi sono rientrati. Non perché qui stiano particolarmente bene, ma perché non hanno domicili alternativi. C’erano due tavoli aperti per Vicofaro, uno sotto l’egida della Diocesi ed uno voluto dalla Regione. Il primo è due mesi che non si riunisce, del secondo si sono perse le tracce dopo che il presidente Enrico Rossi ha lasciato il posto a Eugenio Giani».

In compenso, di Vicofaro si è tornati a parlare per una rapina compiuta ai danni di una donna a Firenze e per attività di spaccio di stupefacenti in piazza della Resistenza, a Pistoia. Un giovane migrante è stato arrestato per la rapina, altri due per lo spaccio, tutti e tre gambiani e tutti e tre accolti a Vicofaro. Episodi che hanno rinfocolato le polemiche contro l’attività di don Massimo, sotto attacco dalla Lega locale e, domenica 21 marzo, anche dal leader nazionale Matteo Salvini. «Ancora immigrati che delinquono e che sono ospiti di Vicofaro – ha dichiarato Salvini – due gambiani sono finiti in manette: ospiti di don Biancalani, spacciavano in centro a Pistoia. Grazie alle donne e agli uomini in divisa che li hanno beccati, tolleranza zero per venditori di morte e delinquenti».

Proprio per domenica 21 il “Comitato diritti e beni comuni” di Pistoia aveva organizzato un sit-in di solidarietà verso il centro di Vicofaro. La crescente ostilità di una parte dei residenti del quartiere e gli ultimi arresti hanno spinto le forze dell’ordine a presidiare in forze la piazza davanti alla chiesa, dove la manifestazione (presenti una ventina di attivisti) si è invece svolta senza particolari problemi. Erano quattro gatti. Nemmeno i clienti dei ragazzi si sono presentati.

Don Massimo è stato invitato a parlare e non ha evitato l’argomento dei reati commessi dai tre migranti. «Siamo i primi ad essere dispiaciuti, perché quando avvengono queste cose per noi è una sconfitta. Ma non ci sentiamo degli imputati. Queste cose succedono anche perché tra Firenze e Pistoia ci siamo solo noi a pensare a questi ragazzi. Ci fossero più Vicofaro, sarebbe possibile un controllo maggiore».

In realtà – come detto – sul fronte dell’accoglienza ai migranti, don Massimo continua a sottolineare l’assenza di tutte le istituzioni. «Un esempio? Un nostro ragazzo ha ricevuto nei giorni scorsi un decreto di allontanamento dalla provincia di Pistoia. Ho passato giorni al telefono per trovargli un punto di appoggio, ma da Firenze a Pisa, quante chiese e quante canoniche sbarrate…». Un altro criminale non espulso dall’Italia ma solo dalla provincia in cui delinqueva. Un altro criminale ospitato nel centro di accoglienza abusivo di don Biancalani.

Don Biancalani difende i suoi ospiti spacciatori: “Spacciano perché abbandonati dal sistema di accoglienza”

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Dal piccolo palco improvvisato sul marciapiede di fronte la chiesa, don Massimo Biancalani ha spiegato che ” Il problema del razzismo esiste ancora e va combattuto con coraggio”. Spacciando e derubando le donne che rientrano a casa dopo il lavoro, evidentemente.

La lotta al razzismo, ha sottolineato il parroco, passa inevitabilmente per il crocevia dell’immigrazione e dell’accoglienza, nelle gestione delle quali l’impegno delle istituzioni non deve essere intermittente e finalizzato semplicemente al consenso elettorale. Cosa è questa noia chiamata democrazia?

Parlando quindi della contingente situazione di Vicofaro, il parroco ha detto: ”dopo i fatti legati al Covid, molti ragazzi sono ritornati alla parrocchia perché semplicemente non hanno alloggi alternativi dove poter stare. I migranti ci sono, è inutile chiudere gli occhi. Da parte delle istituzione però, purtroppo, osserviamo uno stop ulteriore. I tavoli di lavoro di cui da lungo si dibatte a livello locale si sono esauriti in nulla”.

”È razzismo – ha aggiunto Samuela Breschi dell’associazione Obiettivo periferia, in relazione all’immobilismo delle istituzioni cittadine – non risolvere una situazione che si ha l’obbligo di affrontare, sia verso i migranti e sia verso il quartiere. Chiediamo di sederci al tavolo e definire dei progetti per questi ragazzi. Così facendo si consente anche agli abitanti della zona di vivere meglio. Chiediamo responsabilità – ha concluso – perché il silenzio è razzismo”.

Spacciano, rubano e picchiano persone indifese. Ma se ti opponi al loro mercimonio sei ‘razzista’.

Intanto, gli spacciatori sono tornati a casa:

ARRESTATI ALTRI SPACCIATORI OSPITI DI DON BIANCALANI: AI DOMICILIARI A CASA DEL PRETE




4 pensieri su “I suoi ospiti spacciano e pestano le donne, Biancalani: “Combattere il razzismo”, e gli spacciatori tornano in chiesa”

  1. Per toglierci di mezzo questa setta cancerosa si può solo sperare che facciano tutti la stessa fine di malgesini.

I commenti sono chiusi.