La Danimarca mette un tetto agli immigrati: sono troppi nelle periferie

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Tutta Europa ha il problema dei figli e nipoti degli immigrati. Qui abbiamo Letta che li vuole rendere italiani per legge. Una catastrofe.

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In Danimarca tetto agli immigrati nei quartieri ad alta densità di stranieri. Accade nella progressista Danimarca, dove dal 2019 è premier la socialdemocratica Mette Frederiksen. Si va verso un limite, dunque, di residenti “non occidentali”. Il ministro degli Interni, Kaare Dybvad Bek, indica la quota limitata a un massimo del 30 per cento, perché troppi stranieri non occidentali in un’area “aumentano il rischio di nascita di società religiose e culturali parallele”. Immaginiamo cosa accadrebbe in Italia se a proporre un misura del genere fossero Salvini o Meloni.

La premier socialdemocratica a fine gennaio aveva annunciato che era suo intento scoraggiare l’arrivo in territorio danese di aspiranti rifugiati, di clandestini e di stranieri che intendono usufruire dell’istituto del ricongiungimento familiare. Un approccio molto rigoroso sull’immigrazione. Che pure viene da un Paese dove al governo non ci sono i populisti ma i progressisti.

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Secondo Statistics Denmark, l’11 per cento dei 5,8 milioni di abitanti della Danimarca sono di origine straniera, di cui il 58 per cento proviene da un paese considerato “non occidentale”. La notizia del tetto agli immigrati, data da The Guardian, viene ripresa nella newsletter di Giulio Meotti, il quale scrive anche che “Il Parlamento danese ha appena approvato anche una nuova legge che vieta ai governi stranieri di finanziare le moschee in Danimarca. La misura mira a impedire ai paesi musulmani, in particolare Qatar, Arabia Saudita e Turchia, di promuovere l’estremismo islamico nelle moschee e nelle strutture di preghiera danesi. Il ministro per l’Immigrazione e l’integrazione, Mattias Tesfaye, ha definito la legge un passo importante nella “lotta contro i tentativi degli estremisti islamici di guadagnare terreno in Danimarca”.

Sono tutte battaglie di retroguardia. Come quella leghista di vietare le classe con immigrati sopra il 30 per cento: l’effetto è che finiscono per diffondersi anche dove non c’erano, facendo ancora più danno al tessuto sociale.

Il cancro non si fa espandere, lo si isola e poi lo si esporta. E l’immigrazione di massa è un cancro. Nulla a che vedere con una immigrazione controllata di poche migliaia di persone come era prima degli anni novanta in Italia.




4 pensieri su “La Danimarca mette un tetto agli immigrati: sono troppi nelle periferie”

  1. Qualsiasi governo serio dovrebbe limitare la presenza di stranieri, accuratamente selezionati, al 3% della popolazione totale.

    1. Ai Bianchi aprirei anche percentuali maggiori, purché veramente bianchi, e non che si chiamano con nomi tipicamente italiani al di sopra di ogni ‘sospetto’ [sic], e poi ti si presenta il muso da indio o il mulatto carioca.
      Ma anche i bianchi stranieri devono 1)conformarsi alla lingua italiana e possibilmente italianizzare nome e cognome, sicuramente dei figli; 2)se stranieri contermini, come tedeschi, francesi, slavi, devono esserci tetti rigorosi nei luoghi di confine, onde evitare future rivendicazioni territoriali.

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