Ius Soli, Salvini: “Italia regala anche troppe cittadinanze a immigrati”, 1 milione dal 2006

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Quello che Salvini non capisce è che già con la legge attuale stiamo regalando l’Italia agli immigrati. Ai suoi ‘fratelli’ regolari che dopo dieci anni – grazie alla santa burocrazia diventano venti – diventano ‘italiani’

E’ urgente tornare allo ius sanguinis abrogato nel 1991, da un parlamento abusivo come quello scorso che voleva definitivamente affossarci come popolo, approvando lo ius soli

Nel 2006 i nuovi italiani erano stati 35.260. L’anno dopo crebbero del 29 per cento, nel 2008 di un altro 18, nel 2009 del 10 per cento circa e nel 2010 dell’11 per cento. In quell’anno le acquisizioni di cittadinanza erano state 65.932: in meno di un quinquennio si era registrato un incremento dell’85 per cento. Il 2011 ha fatto segnare una stasi, con un passo indietro del 15 per cento. Ma dal 2012 il ritmo ha ripreso a galoppare anno dopo anno, fino a toccare il livello record del 2016, con circa 202mila cittadinanze: quasi sei volte più di dieci anni prima. Nel 2002, secondo il primo dato ufficiale disponibile dell’Istat, erano appena 12mila. In quattro anni, dal 2012 al 2016, le cittadinanze concesse sono raddoppiate: da 101mila a 202mila.

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Questa rincorsa ha portato l’Italia a conquistare anche il primato europeo delle cittadinanze concesse. Dalle 53.696 del 2008 si è passati alle 146.605 del 2017: quasi tre volte in più.

Il Regno Unito, secondo in questa speciale graduatoria, ha registrato 123mila nuovi sudditi della regina Elisabetta mentre il terzo Paese, la Germania di Angela Merkel, ne ha annoverati 115mila e la Francia di Emmanuel Macron si è fermata a 114mila. Nella classifica delle acquisizioni di cittadinanza, l’Italia domina dunque incontrastata. Dieci anni fa eravamo al quinto posto, superati da Paesi che richiamavano molti più stranieri: Francia, Regno Unito, Germania e Spagna. Oggi l’Eldorado dei non comunitari siamo noi. Nei dodici anni dal 2006 al 2017 compresi, l’Italia ha acquisito 1.138.052 nuovi cittadini. E il nostro è anche il Paese che mostra l’andamento più coerente rispetto alle altre nazioni Ue: una tendenza di crescita evidente, costante e sostenuta, almeno fino a tutto il 2016.

Quanto alla provenienza, la gran parte è originaria di Albania e Marocco, i Paesi che hanno sempre fornito il maggior numero di nuovi italiani. Albanesi e marocchini sono i più interessati a conseguire il passaporto italiano: su cento residenti in Italia di queste nazionalità, 7,3 lo ottengono. Molto meno interessati sono altre etnie che pure costituiscono comunità nazionali molto numerose nel nostro Paese, come romeni, cinesi e filippini.

La percentuale di acquisizione di romeni è ferma all’1,3. Del resto, la Romania fa già parte dell’Unione europea e i suoi cittadini possono già muoversi liberamente all’interno dei ventotto Paesi dell’Ue. Cinesi e filippini restano fortemente legati alle tradizioni e alla cultura dei loro luoghi di origine. Percentuali più significative fanno invece segnare indiani, bangladesi, pakistani, tunisini, peruviani, macedoni ed egiziani.

Più che degli sbarchi, il boom delle richieste di cittadinanza è conseguenza delle sanatorie che hanno accompagnato ogni cambio delle leggi sull’immigrazione. Regolarizzazioni massicce sono seguite alla legge Martelli del 1990, al decreto Dini del 1995, alla Turco-Napolitano del 1998 e anche alla Bossi-Fini del 2002, che pure inasprì le norme in materia. Nel 2006 il secondo governo Prodi varò una sanatoria mascherata quando il decreto flussi allargò il diritto di ottenere il permesso di soggiorno a tutti i richiedenti: non è un caso che il massimo storico delle cittadinanze sia stato registrato esattamente dieci anni dopo quell’operazione.

L’ultima sanatoria risale al 2009, quella riservata all’emersione di colf e badanti. In quell’occasione furono presentate 300mila domande. Secondo l’Istat, negli anni Novanta più del 60% dell’aumento della presenza straniera in Italia è stato legato alle regolarizzazioni.

Sono numeri di cui avevamo già parlato. Non una novità. In drammatica crescita rispetto all’anno precedente. E anche nel 2017 c’è stata un’altra crescita. Parliamo in questi anni di 1 milione di non italiani diventati tali sulla carta. Un corpo estraneo. Un tumore che rischia di espandersi nel tessuto sociale fino a renderlo irriconoscibile.

Giornali e politici di ‘destra’ hanno preso questi numeri come la prova che lo ius soli non serva perché, dicono, la legge attuale funziona già nel dare la cittadinanza agli immigrati. Folli.

Sono dati allarmanti. Semmai indicano che già senza Ius Soli la situazione è sfuggita completamente di mano, figuratevi cosa sarebbe accaduto se fosse stato approvato.

ISIS l’aveva detto: “Abbiamo terroristi con cittadinanza italiana”

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Ma non dobbiamo pensare che il pericolo sia scampato. Già così stiamo allevando migliaia di futuri terroristi islamici.

Serve, per evitare la scomparsa del popolo italiano, un ritorno allo Ius Sanguinis integrale che blocchi la concessione della nostra cittadinanza a questi individui.

Migliaia di islamici pronti a diventare italiani come Mohammed di Trieste

Qualcuno, ad esempio, deve spiegarci perché ci si preoccupa tanto, giustamente, dell’origine degli animali:

Maxi frode: 12mila agnelli romeni spacciati per italiani

E non di quella degli uomini. Eppure, l’identità di un individuo e di un popolo che è la somma di quella degli individui che lo compongono, è ciò di più sacro che possa esistere.

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I dati vanno comunque analizzati. In Francia e GB, ad esempio, chi nasce in loco è già cittadino perché figlio di cittadini, quindi i numeri sono in questo senso falsificati, e nel loro caso parliamo, probabilmente, di dati 3 o 4 volte superiori. Lo stesso in Germania, anche se con numeri inferiori, ma non di molto. E’ ‘normale’ che dove l’immigrazione è più recente le naturalizzazioni siano superiori. Sono dati comunque drammatici, perché dimostrano che se non blocchiamo subito l’invasione, tra pochi anni saremo a livello di Francia e GB: con tutto quello che ne consegue. Parigi e Londra insegnano.

IUS SOLI, vogliamo una legge di cittadinanza sul modello Nigeria

Quindi è urgente tornare allo ius sanguinis. Ma anche bloccare i famigerati ricongiungimenti familiari: perché negli ultimi anni è così che arrivano 200mila immigrati l’anno. Anche quelli che sgozzano, come Said.

Nel frattempo:

Cgil: “Salvini sta ostacolando in tutti i modi la cittadinanza agli immigrati”




2 pensieri su “Ius Soli, Salvini: “Italia regala anche troppe cittadinanze a immigrati”, 1 milione dal 2006”

  1. E’ stato al governo e non ha di fatto portato ad un’inversione da immigrazione a emigrazione. E’ al governo anche ora, e nuovamente non mi pare agire per conversione l’immigrazione in emigrazione.. Sa di essere stato e di essere al governo? Qualche AZIONE con risultati tangibilmente rilevabili (non quisquilie) possiamo vederla o dobbiamo sempre accontentarci delle parole al vento?

  2. Il parlamento che nel 1991 abrogò lo ius sanguinis era legittimo perché esisteva il voto con le preferenze. Il fatto è che era composto da ladri che si sono mangiati l’Italia mandandola quasi al default con un debito pubblico arrivato al 121,8% del PIL nel 1994. Quello attuale è certamente abusivo, dato che nel 2006 hanno abolito le preferenze, ma sempre composto da ladri è.

    Capitan Findus che considera gli immigrati regolari suoi “fratelli”, da un certo punto di vista si contraddice affermando di essere contro lo ius soli e le naturalizzazioni facili. I clandestini non possono ottenere la cittadinanza né per nascita né per residenza, perché per la legge sono “fantasmi”. Quelli regolarmente residenti sì invece.

    Sapete come il leghista Borghezio definì Barwuah-Balotelli, in occasione di un congresso del partito nel 2012? Un padano con la pelle scura perché cresciuto in Franciacorta ed ha l’accento bresciano. Cercate sul web e troverete articoli in merito. Che senso ha essere contro lo ius soli, se poi un africano nato e cresciuto in Italia viene definito “italiano”?

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