La Juventus non vince più perché ha perso l’identità italiana

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La Juventus esce di nuovo agli ottavi dell’ex Coppa dei Campioni, mentre Agnelli pensa a come rendere il ‘prodotto calcio’ sempre più elitario. Sempre più un business all’americana e sempre meno uno sport. La perdita di identità etnica pesa anche sulle squadre. Non è un caso se le squadre italiane non primeggiano più in Europa da quando sono diventate una sorta di multinazionali. Con l’eccezione che conferma la regola dell’Inter di Mourinho.

Il dramma sportivo della Juve arriva da lontano. Arriva dalla scelta di ‘internazionalizzarsi’. Di prendere Ronaldo, Marotta contrario, invece di continuare a puntare su quello che l’aveva riportata ai vertici: una base di giocatori italiani forti.

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La prima Juventus di Conte aveva nove titolari su undici italiani. Quella di ieri sera ne aveva due. E anche la prima squadra di Allegri, quella arrivata in finale col Barcellona, manteneva una forte impronta italiana. Mano a mano svanita. Questo, al di là dell’allenatore, è il motivo del tracollo sportivo insieme ad una campagna acquisti bizzarra, con un centrocampo indegno di una squadra che punta alla vittoria.

Dietro le vittorie della Juventus non c’era il genio di Agnelli, ma di Marotta. Ormai è chiaro a tutti.

La perdita di identità è evidente soprattutto nei momenti di difficoltà: le squadre con una forte connotazione nazionale non si sciolgono, a differenza delle altre.




3 pensieri su “La Juventus non vince più perché ha perso l’identità italiana”

  1. Mah non lo so, sta di fatto che la Juventus non vince la Champions League dal 1995-96, cioè da 25 stagioni, un po’ troppe per uno dei club più forti e titolati al mondo. E questo prescinde dal numero di italiani schierati in campo, che indubbiamente anche nella Juventus sono scesi drasticamente.

    Purtroppo è un problema generale. Ci sono realtà provinciali come l’Udinese che di italiano hanno a stento la proprietà e i tifosi. Tra l’altro questo club ingaggia spesso dei ghanesi, che pensate, è una delle comunità straniere più numerose del capoluogo friulano. Uno schifo. Poi non solo, se vi capita di guardare partite anche della Serie D e dei campionati regionali, potete notare che ogni squadra ha almeno un ne(g)ro in formazione. È assurdo signori miei.

    1. E’ proprio dallo sport che partono le prime motivazioni per “globalizzare” anche la società con apporti esterni.

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