Soldi per il trasbordo, Casarini rivendica il traffico di clandestini: “Non riconosco le vostre leggi”

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Riesco solo ora ad avere accesso ai sistemi di comunicazione. Con l’operazione di polizia di lunedì all’alba, mi hanno sequestrato computer e telefoni, bloccandomi account e ogni cosa. Sono accusato con i miei compagni di una vita di battaglie, del reato di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, un reato che già per il nome che porta non riconosco e non accetto, né davanti allo Stato né davanti a nessuno. Sono accusato di aver aiutato degli esseri umani a raggiungere un luogo dove non li attendessero campi di concentramento, torture, sevizie, morte. Lo rivendico davanti a chiunque […]

E il delirio continua con la rivendicazione di una legislazione tutta sua personale in cui non esistono frontiere e lui e i suoi accoliti, non governi democraticamente eletti, decidono chi può entrare a casa nostra. Tra l’altro inventandosi sedicenti torture e sedicenti campi di concentramento, per svolazzare allegramente sul punto essenziale della vicenda: i soldi.

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Perché i soldi li ha presi la sua combriccola dall’armatore danese. La metà di quelle che avevano richiesto. E i soldi li pagano i clandestini non per fuggire dalla Libia, ma per andarci ad imbarcarsi.

Le vittime di questo traffico non sono i suoi ‘migranti’, sono gli italiani che spendono 1 miliardo di euro l’anno per mantenerli una volta che lui e quelli come lui li hanno sbarcati in Italia. E non sarebbe il danno peggiore: ancora dobbiamo sapere quale ong ha scaricato in Italia Oseghale: se lo sapesse, la mamma di Pamela, anche lei non riconoscerebbe le leggi dello Stato pur di avere vendetta.




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