Scuole chiuse e porti aperti: centinaia scaricati in Italia dalla Sea Watch

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Sono le 18 in punto quando la Sea-Watch 3 attracca nel porto siciliano di Augusta. L’ingresso è scortato da una motovedetta della guardia di finanza e una della guardia costiera.

A salutare calorosamente ci sono l’equipaggio della nave Aita Mari della Ong Salvamento Maritimo Humanitario, che sta trascorrendo l’isolamento sanitario in rada dopo l’ultima missione, e i clandestini che al momento si trovano in crociera a bordo della Gnv Splendid, una delle navi quarantena. L’altra, la Gnv Rhapsody è ormeggiata accanto al posto lasciato libero per la Sea-Watch 3. Ospiterà i nuovi ospiti.

I clandestini la guardano, bramosi, dal ponte più alto della nave dei trafficanti umanitari e chiedono: «Ci portano là?». Gli adulti li porteranno là. Dove inizierà una lunghissima vacanza a spese dei contribuenti italiani. I presunti minori saranno subito portati in hotel: la loro vacanza durerà fino alla presunta maggiore età. Così impone la legge Zampa approvata dal Pd per arricchire le coop.

Lo sbarco a quest’ora ormai prossimo è stato comunicato ai migranti della Sea-Watch 3 ieri mattina intorno alle 8. «Abbiamo una notizia da darvi, sediamoci», dicono dall’equipaggio. «Ma è buona?», chiede subito Youssouf, un ragazzo del Mali. Il boato scoppia sulla parola «Italy». La felicità è incontenibile. «Bouza, bouza», cantano. La crociera è andata a buon fine. Per le ong e i colleghi scafisti. Non per gli italiani.

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Il gruppo che segue in francese rappresenta più dei due terzi dei migranti. L’inglese è soprattutto per i nigeriani, per l’arabo i sudanesi e un tunisino che viaggia da solo. «Io vorrei andare in Francia, non in Italia. Ho molti amici a Parigi. Vogliono aiutarmi a trovare lavoro. Posso chiedere di non lasciare le impronte?», dice un ragazzo nato in Nigeria.

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La distribuzione del tè ai bambini:

Per tutta la mattinata l’equipaggio di Sea-Watch si alterna ai fornelli preparando grandi quantità di cous cous. Lì non ci sono distanziamenti.