In Sicilia è arrivata la variante africana

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L’indagine è partita grazie all’attività dell’Asp di Trapani e del dottor Stefano Giaramida, responsabile del presidio di Igiene pubblica di Salemi. Il 32enne è rientrato in Italia partendo il 10 febbraio da Malabo, capitale della Guinea Equatoriale, con un volo che ha fatto scalo ad Addis Abeba per poi atterrare a Roma e da lì a Palermo, dove, appena sbarcato, è stato sottoposto a tampone rapido risultando negativo. I primi sintomi li ha avvertiti il 15 febbraio e da quel momento è scattato l’isolamento. Anche la moglie è risultata positiva.

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“Il sistema di tracciamento ha funzionato alla perfezione – ha spiegato il professor Vitale – I colleghi dell’Asp di Trapani sono stati molto bravi a capire che poteva esserci la variante sudafricana e sono intervenuti con celerità per bloccarne la diffusione. Anche la moglie è positiva ma è troppo presto per affermare se sia stata contagiata con la mutazione, in quanto non abbiamo ancora effettuato il sequenziamento”.

Peccato non traccino quelli che arrivano con i barconi.

Questo perché con il tampone antigenico rapido, quello che fanno a chi sbarca, non si estrae RNA, ma si cerca l’antigene. La presenza del virus è rilevata tramite la reazione tra antigene (la Spike protein del virus) e anticorpo, che è presente all’interno del test.

Il tampone antigenico che ha una prestazione del 70%, ovvero su 10 positivi ne prende 7.

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Per ovviare a questo difetto di sensibilità dei tamponi antigenici (che ricercano l’antigene rispetto ai tamponi molecolari che invece identificano l’Rna, ndr) gli antigenici dovrebbero essere fatti tutti quanti possibilmente nello stesso giorno e ripetuti dopo 5 giorni. Ovviamente, con i clandestini che sbarcano non accade.

Se si fa lo screening con gli antigenici una volta sola e per di più diluito nel tempo succede che si lascia il 30 per cento dei positivi con una capacità di moltiplicazione del virus.

Ergo, è molto probabile che 1/3 di chi sbarca e viene indicato come ‘negativo’ sia, in realtà, un falso negativo. Per non parlare del fatto che i test quasi certamente non individuano le varianti come quella africana.

SBARCATI QUASI 1.000 CLANDESTINI POSITIVI DALL’INIZIO DELL’ANNO: SBARCHI +77%, COSI’ ENTRANO LE VARIANTI




4 pensieri su “In Sicilia è arrivata la variante africana”

  1. non hanno ancora isolato il virus del covid ma sanno riconoscere una variante africana, dopo quella inglese. brasiliana, ecc

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