L’Unione Europea, invece di mandare i vaccini in Italia, li manda nel resto del mondo. Dalla Ue partono vaccini per tutto il pianeta mentre scarseggiano le consegne all’Italia, con il risultato di avere il 50% dei vaccinati previsti a questa data. Un problema serio, perché vaccinare al rallentatore causa questo problema:
Il nodo principale riguarda la Pfizer, che attualmente realizza la maggior parte degli antivirus esistenti al mondo in tre stabilimenti: uno negli Stati Uniti, uno a Puurs, in Belgio, e un terzo a Marburgo, in Baviera.
L’impianto a pochi chilometri da Bruxelles esporta in tutto il mondo mentre mancano vaccini in Europa. La Pfizer, infatti, vende al miglior offerente, anche se produce in Europa. Una cosa che la Casa Bianca invece non tollera per lo stabilimento americano. Come dicevamo, dall’Europa sono partite fialette perfino verso il Nord America, dove la Pfizer produce vaccini.
Il problema è che gli Usa non si sono mostrati particolarmente generosi con i loro vicini di casa. Il Messico, per ora, è riuscito a coprire appena l’1,6% dei suoi cittadini. Il Canada è fermo al 4,1% della popolazione. Questi due Paesi hanno stretto degli accordi con la Pfizer, la quale piuttosto che sfidare Washington ha preferito far arrivare le casse dal Belgio (in tutto si parla di più di due milioni di dosi) con tanto di servizio fotografico all’arrivo delle casse all’aeroporto. Il tutto mentre le forniture ai Paesi della Ue venivano tagliate per problemi di produzione.
Sempre dai dintorni di Bruxelles arrivano i vaccini destinati ad Israele. E anche qui parliamo di milioni di dosi, circa 3,5. Perché Gerusalemme paga di più: ha offerto il doppio.
Anche il Cile ha importato 3,2 milioni di unità di anticovid dall’estero.
La dimostrazione che serve produzione nazionale. Non puoi metterti nelle mani delle multinazionali: il vaccino va nazionalizzato e prodotto in Italia. Perché quando il gioco si fa duro, ognuno per sé.
“La dimostrazione che serve produzione nazionale. Non puoi metterti nelle mani delle multinazionali: il vaccino va nazionalizzato e prodotto in Italia.” e il genio di Vox si è chiesto quanto tempo ci vuole per la produzione del vaccino partendo da zero? Ovvio che no, è troppo stupido…
Forse lui no, ma qualcun’altro sì: in Italia esistono circa 40 “linee produttive” adatte allo scopo e non si tratterebbe di partire da “zero” ma semplicemente di riconvertire la produzione di linee già all’opera. Dal “momento zero” con tutti gli approvvigionamenti corretti ci vorrebbe circa una settimana per la prima fiala utilizzabile.
Manca una debita premessa: #donailtuovaccinoadunmigrante
Dici? Farmindustria stima da 6 medi a 1 anno perché esca un vaccino. E non sono disinteressati alla questione…
Conoscendo abbastanza bene i soggetti ti direi che sono molto interessati ma in realtà vogliono fare più cassa e quindi alla domanda “come possiamo accelerare i tempi?” loro risponderebbero che vogliono dei soldi. Inoltre tieni presente che ormai quando si parla di quella associazione si fa riferimento ad un’unica famiglia, gli Aleotti.
Comunque non pensavo a loro. A Firenze c’è l’ottimo stabilimento militare che è “più statale dello stato” e che oltre ad essere perfettamente attrezzato non potrebbe nemmeno chiedere la mancia.