Arabia Saudita, Renzi rivendica i rapporti e i soldi ricevuti

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Matteo Renzi, di fronte alle richieste di spiegazioni sui legami con il principe Bin Salman – i verginelli – e sulla sua partecipazione a Riad agli eventi del Future Investment Initiative Institute (di cui è membro dell’advisory board con un compenso fino a 80mila euro annuali), ha deciso di diffondere una auto-intervista dove si fa le domande e si dà le risposte.

Oggi Renzi, auto-intervistandosi, rivendica non solo i rapporti, ma anche i soldi ricevuti. E attacca gli ex alleati di governo, dicendo che “sanno essere uniti solo contro di lui”. “Tu, Matteo Renzi, svolgi attività stile conferenze o partecipazione ad advisory board o attività culturali o incarichi di docente presso università fuori dall’Italia?”, è la domanda 1, ovvero quella che dovrebbe chiarire la questione dei soldi ricevuti. “Risposta: Sì. Svolgo attività previste dalla legge ricevendo un compenso sul quale pago le tasse in Italia. La mia dichiarazione dei redditi è pubblica. Tutto è perfettamente legale e legittimo“. Per evitare di entrare nel dettaglio degli 80mila euro ricevuti, allora Renzi risparmia a se stesso la seconda domanda e si fa chiedere: “Il tuo partito, PD prima e Italia Viva poi, ha ricevuto da governi stranieri – o agenzie collegate – finanziamenti per la propria attività politica?”. Risposta. “No. Il PD sotto la mia gestione e Italia Viva dalla sua nascita non hanno mai ricevuto denari da governi stranieri o strutture ad essi collegati. Mi auguro che possano dirlo tutti gli altri partiti, a cominciare da chi in passato ha stretto rapporti strategici con il Venezuela”.

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Domanda 3, Renzi si chiede qualche dettaglio in più sui rapporti con il regime saudita. “E’ giusto intrattenerli”? “Risposta: Sì. Non solo è giusto, ma è anche necessario. L’Arabia Saudita è un baluardo contro l’estremismo islamico ed è uno dei principali alleati dell’Occidente da decenni. Anche in queste ore – segnate dalla dura polemica sulla vicenda Khashoggi – il Presidente Biden ha riaffermato la necessità di questa amicizia in una telefonata al Re Salman. Biden ha, tuttavia, ribadito la necessità di procedere con più determinazione sulla strada del rispetto dei diritti. Non dimentichiamo che, fino a cinque anni fa, in Arabia Saudita – per fare un esempio – le donne non potevano nemmeno guidare la macchina. Le esecuzioni capitali stanno scendendo da 184, nel 2019, a 27 nel 2020. Ma Biden ha chiesto giustamente di fare di più. Soprattutto sulla questione del rispetto dei giornalisti. Sulla quale rimando alla domanda numero 5″.

“Hai elogiato pubblicamente il Programma Vision 2030. Ti sei pentito di averlo fatto?”. “Risposta: No. Credo in questo programma. Vision2030 è la più grande possibilità per modernizzare l’Arabia Saudita. Ed è una grandissima opportunità anche per le aziende di tutto il mondo che lavorano lì, tra cui moltissime italiane. Rispettare i diritti umani è una esigenza che va sostenuta. Ma chi conosce il punto dal quale il regime saudita partiva sa benissimo che Vision 2030 è la più importante occasione per sviluppare innovazione e per allargare i diritti”. Insomma, Renzi non riusa l’infelice espressione “nuove rinascimento”, già usata in passato per parlare del programma di modernizzazione, ma nel rispondersi non smorza i toni.

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Infine, solo alla domanda 5, arriva a parlare dell’omicidio del giornalista Khashoggi. “Perché tu, Matteo Renzi, non hai condannato la tragica scomparsa del giornalista saudita?”, si chiede. “Risposta: Ho condannato già tre anni fa quel tragico evento e l’ho fatto anche nelle interviste sopra riportate, su tutti i giornali del mondo. Difendere i giornalisti in pericolo di vita è un dovere per tutti. Io l’ho fatto sempre, anche quando sono rimasto solo, come nel Consiglio Europeo del 2015, per i giornalisti turchi arrestati. Difendere la libertà dei giornalisti è un dovere, ovunque, dall’Arabia Saudita all’Iran, dalla Russia alla Turchia, dal Venezuela a Cuba, alla Cina”.

Quindi, a conclusione della sua auto intervista (“io non scappo mai”, dice a se stesso), parla degli ex alleati. “Sono, del resto, felice perché in queste settimane, dopo la fine dell’esperienza del Governo Conte (l’ex premier, peraltro, ha ripreso a insegnare proprio a Firenze, auguri sinceri di buon lavoro), i Cinque Stelle, il PD e persino LEU sono dilaniati da polemiche interne. Litigano su tutto, a cominciare dai posti al governo. Sono davvero felice di essere uno dei rari motivi di unità: si ricompattano solo per sparare a zero su di me”. E chiude: “Mi spiace solo che si utilizzi la vicenda saudita per coprire le difficoltà interne italiane e per giustificare un’alleanza dove – come spesso è accaduto a una certa sinistra – si sta insieme contro l’avversario e non per un’idea”.

Definire l’Arabia Saudita un ‘baluardo contro l’estremismo islamico’ è divertente. E’, sì, un baluardo contro quel terrorismo interno che vuole rovesciare la monarchia saudita, ma è anche sponsor all’estero di questo stesso terrorismo attraverso il finanziamento di una rete di moschee e centri ‘culturali’ wahabiti in tutta Europa. Di questo dovrebbero chiedere conto a Renzi. Non di un affare interno che non tocca i nostri interessi e il nostro futuro.

Ma non possono chiedergliene conto, perché dovrebbero fare lo stesso con se stessi.

Tornando ai finanziamenti, nessuno contesta a Renzi la loro illegalità, ma la loro inopportunità: un senatore della Repubblica non può farsi pagare da un governo straniero attraverso una ‘fondazione’. Ancor di più se parliamo di uno Stato canaglia come l’Arabia Saudita.

Ma è la normalità: la corruzione dei politici, oggi, e parliamo in generale e non del caso specifico, non avviene più con le tangenti, ma attraverso il pagamento fuori mercato di ‘discorsi’. Avviene così per gli ex presidenti americani che una volta lasciata la Casa Bianca diventano relatori iper-pagati di multinazionali e governi stranieri come quello saudita.

Sì, Renzi si dovrebbe dimettere. Ma dopo di lui mezzo Parlamento. E decine di ministri ed ex presidenti o premier del mondo occidentale. Non volete che accada di nuovo? Basta una legge: chi ha ruolo politico in Italia non può prendere soldi da governi stranieri, né durante né dopo il proprio mandato.




10 pensieri su “Arabia Saudita, Renzi rivendica i rapporti e i soldi ricevuti”

  1. È un piccolo servo del deep state.
    Molti italiani credono che abbia solo lui fatto cadere Conte.
    Conte era solo il raccordo anulare di un governo a guida PD.
    Sia al governo che all’opposizione, sono decenni che governano l’Italia.
    E lo dico dall’alto delle innumerevoli boccate amare che si prendono ad essere di destra.
    Non so voi, ma spesso amare l’Italia mi dà la sensazione di vivere in una relazione amorisa con una sociopatica.

  2. peccato italioti che non abbiate capito che questi stanno vendendo anche la pelle delle vostre figlie per non dire la vag….a delle vostre figlie buona fortuna a tutti gli Europei apatici che staranno inermi a vedere le loro figlie mentre vengono stuprate dai musulcani

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