Gli avevano consegnato il Premio Nassirya per la Pace 2020 organizzato dall’associazione Elaia nel corso di una cerimonia a Licusati, una frazione del comune di Camerota in provincia di Salerno con qeusta motivazione: “Per il suo impegno volto alla salvaguardia della pace tra i popoli e per aver contribuito alla realizzazione di importanti progetti umanitari distinguendosi per l’altruismo, la dedizione e lo spirito di servizio a sostegno delle persone in difficoltà”.
Luca Aattanasio, 43 anni, sposato e con tre figli, nato a Saronno (Varese) il 23 maggio 1977 e cresciuto a Limbiate, il giovane ambasciatore italiano ucciso oggi in Congo assieme ad un carabiniere nel corso di un attacco, è uno degli ambasciatori più giovani del nostro Paese. Attanasio stava portando avanti anche diversi progetti umanitari.
In occasione della cerimonia di premiazione a Licusati era stata premiata anche la moglie Zakia Seddiki, fondatrice e presidente dell’associazione umanitaria “Mama Sofia” in Congo di cui l’ambasciatore era presidente onorario.
Quando nell’ottobre scorso lo premiarono, l’ambasciatore ebbe a dire: “In Congo ci sono ancora tanti problemi da risolvere. Il compito dell’ambasciata è quello di stare vicino ai nostri connazionali ma anche contribuire al raggiungimento della pace”.
Eterna.
Un altro buonista che purtroppo viene ucciso da coloro che voleva aiutare. Quando impareranno?
I buonisti sono lì pagati da noi, i problemi sociali e culturali stanno già qua da secoli, buonisti del kaxxo, povero ragazzo di scorta credevano di andare a un fotisafari
Pagati un cazzo: i soldi se li prendono.
Mi dispiace solo per il carabiniere.