ANPI, i nipotini di Stalin chiedono una legge per censurare internet

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Anpi, una sorta di club fantascientifico in cui alcune persone si ritrovano fingendo di avere partecipato alla seconda guerra mondiale, finita anni prima che loro nascessero, nega le foibe e sponsorizza le ong di noti pregiudicati come Casarini.

Ma vuole dare lezioni agli altri. Chiede la censura di internet e nuove leggi liberticide contro la libertà di espressione. Libertà che anche l’imperfetta costituzione da loro sempre esaltata protegge.

“C’è un allarme” da non sottovalutare che “non può più trovare impreparata la nostra Repubblica”. Occorre, per questo, “un miglioramento legislativo”, che siano quantomeno “applicate integramente le leggi esistenti”, partendo dalla nostra Costituzione. Gianfranco Pagliarulo, presidente dell’Associazione nazionale partigiani italiani (Anpi), non nasconde la sua preoccupazione riguardo ai diversi episodi di intolleranza e odio contro il ‘diverso’.

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“L’allarme oggi assume uno speciale colore. Mesi fa – spiega Pagliarulo all’Adnkronos – abbiamo visto il tentativo di squadristi infiltrarsi in legittime manifestazioni di protesta legate al disagio sociale conseguente al Covid e ai provvedimenti economici. Ecco, attenzione, se la situazione economica-sociale, già drammatica, dovesse peggiorare, potremmo trovarci davanti a scenari ancora più gravi. Oggi c’è una nuova emergenza che non può trovare impreparata la Repubblica”.

“Siamo allarmati, la presenza dei neofascisti e razzisti sui social è debordante. Qualsiasi piano di rinascita non può prescindere da quello che sta succedendo nel profondo della società italiana. E quanto sta accadendo è riconducibile a episodi di intolleranza verso qualsiasi diversità vera o presunta, intrinsecamente legata a fenomeni neofascisti”, afferma Pagliarulo.

“Occorre senza dubbio un miglioramento legislativo. L’impegno costante, ove non ci siano le condizioni per fare nuove leggi, perché vengano applicate integramente quelli esistenti: la legge Scelba e la legge Mancino”, evidenzia il presidente dell’Anpi ricordando che la discriminazione razziale è vietata, innanzitutto, dall’art 3 della Costituzione.

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“Al nuovo Governo chiedo di applicare pienamente, integralmente e finalmente la Costituzione italiana”, dice Pagliarulo dispiaciuto che “nel discorso programmatico di Draghi – molto ricco e interessante – non abbia mai pronunciato la parola antifascismo, che è quanto mai attuale. Fin quando ci sarà la Repubblica costituzionale sarà sempre attuale, per il semplice motivo che è consustanziale alla Costituzione”.

“Mi ha fatto invece piacere il riferimento di Draghi ai governi di unità nazionale del Dopoguerra – prosegue – Anche se il paragone del premier andrebbe precisato visto che le condizioni dell’Italia di allora erano esattamente opposte a quelle attuali. Tra le due circostanze storiche c’è infatti una differenza fondamentale: mentre l’unità nazionale del Dopoguerra era partita dal massimo dell’unità possibile, dai Comitati nazionali che hanno portato l’Italia alla liberazione, l’unità dell’attuale governo si è avviata dalla divisione”.

Prossimo impegno dell’Anpi? “Riunire un gruppo di giuristi per perfezionare della proposte” dopo il recente lavoro che ha dato vita al volume ‘Antifascismo quotidiano’, a cura di Carlo Smuraglia, che raccoglie una ricerca delle fonti legislative e giuridiche sul contrasto al fascismo e razzismo.

Chi offende qualcuno, come fatto ad esempio da Gozzini con Meloni, se passa una certa linea può essere denunciato. Tutto il resto è limitazione della libertà di espressione per impedire all’avversario politico di parlare liberamente alla gente.

La Legge Mancino, ad esempio, è più fascista delle leggi fascistissime.




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