Incredibile.
Gli immigrati non parlano l’italiano, così i Comuni sono costretti ad assumere, a spese dei contribuenti, cosiddetti ‘mediatori culturali’ che parlano cinese, arabo, bengalese e altre lingue.
Detto che conoscere l’italiano non è condizione sufficiente per stare in Italia, è comunque condizione necessaria, invece siamo noi a dovere pagare le loro mancanze.
L’errore é palese!Non si deve pagare dei traduttori ma TRADURRE gli immigrati in appositi centri di smaltimento scorie i cui costi andrebbero sostenuti impossessandosi delle risorse africane.