Mafia nigeriana, lo studio: “Sacrifici umani sui barconi”

Vox
Condividi!

VERIFICA LA NOTIZIA
Riprendono gli sbarchi e la mafia nigeriana festeggia. Ma chi arriva sui barconi?

In questa intervista concessa tempo fa al reporter Claudio Bernieri, il prof. Vincenzo Musacchio, presidente e direttore scientifico dell’Osservatorio Regionale Antimafia del Molise, docente di diritto penale e criminologia in varie Università italiane ed estere tra le quali 
l’Alta Scuola di Formazione della Presidenza del Consiglio di Roma, analizza il pericolo immigrazione nel radicamento della mafia nigeriana in Italia.

Nell’intervista, Bernieri rivela la testimonianza di alcune prostitute nigeriane arrivate coi barconi: sacrifici umani della mafia nigeriana, praticati sui barconi per ‘ingraziarsi gli dei’. E lo studioso conferma.

“Tiene corsi sull’Ascia Nera, professore?
“Sappiamo bene cos’è la Black Axe. Ha di fatto, introdotto in Italia il business del traffico di esseri ed organi umani. Nasce in ambito universitario nel 1970. Con la fusione di varie confraternite, questi gruppi sono divenuti sempre più violenti. Negli anni novanta si ha l’espansione al di fuori delle Università e con i grandi flussi migratori arrivano in Europa e in Italia ed entrano a pieno titolo tra i grandi trafficanti internazionali di droga”.

“Come arrivano gli affiliati della mafia nigeriana in Italia? Via mare? Via aerea?”
“Certamente arrivano via mare ma anche via aereo. La Dia nella sua ultima relazione semestrale conferma che in Italia opera il clan nigeriano chiamato Black Axe e che sia una consorteria a struttura mafiosa. I gruppi nigeriani, grazie ad una struttura reticolare distribuita su tutto il mondo, riescono a garantirsi, all’origine, l’acquisto delle sostanze stupefacenti. Altrettanto articolate e connotate da particolare violenza, aggiunge la Dia, sono risultate poi le modalità con le quali viene gestita la tratta di persone, la prostituzione e il traffico di organi umani.

“Alcune prostitute nigeriane dicono che sui gommoni vengono praticati sacrifici umani per ingraziarsi gli dei del mare in tempesta… è possibile?”
“L’uso di ritualità magiche e di riti tribali, essendo la simbologia un elemento fondamentale dell’organizzazione mafiosa, è ormai un dato assodato anche in sede giudiziaria. Chi afferma non esistano, non conosce a fondo la mafia nigeriana. Del resto, l’accertamento di simili pratiche potrebbe facilmente appurarsi con le testimonianze delle povere vittime della tratta di persone e di organi umani. I riti voodoo, ad esempio, servono a mantenere legate soprattutto le donne, merce da strada per il sesso a pagamento a costi bassissimi”.

“Cosa sono allora i culti che legano gli affiliati nigeriani alla organizzazione?”
“Come ho detto prima il vincolo associativo è esaltato da una forte componente mistico-religiosa. Uno dei riti di iniziazione più frequenti è il sottoporsi a frustate da parte del Capo dell’organizzazione. Gli affiliati devono obbedienza assoluta al Capo e devono accettare l’ampia discrezionalità nella decisione di sanzioni che vanno da brutali pestaggi e frustate, sino al taglio a colpi di machete di parti del corpo (dita, mano, fino al taglio della testa per chi tradisce)”.

“Cannibalismo e riti tribali…le risulta? Caso Pamela: come spiega che la povera ragazza sia stata disossata e dissanguata da un chirurgo esperto ? A quale scopo? Non si trova il collo… come mai?“
“Su questo caso non ho conoscenze specifiche ma credo che si sia trattato di un evento che purtroppo si collega a prassi che nella mafia nigeriana usa spesso, come ad esempio, lo smembramento della vittima. Nella cultura mafiosa nigeriana mangiare, ad esempio, il cuore della vittima simboleggia forza, potere, coraggio. Non ritengo che possa essere coinvolto un chirurgo esperto e lo smembramento probabilmente serviva a incutere terrore nei testimoni e a occultare meglio il cadavere.”

“Quali sono i rapporti tra mafie tradizionali, presenti sul nostro territorio, e questa ultima organizzazione?
“Cosa Nostra in questo periodo collabora con la mafia nigeriana, creando un circuito criminale chiuso in cui molti migranti nigeriani restano intrappolati. Anche la Campania, e nello specifico la zona di Castel Volturno, ad esempio, sta diventando parte di quest’orribile circuito perverso. In Sicilia, Ballarò, una piccola area di mercato, è diventata una roccaforte della mafia nigeriana enormemente redditizia poiché consente alla stessa spacciare droga e di esercitare la prostituzione. Recentissima è anche la collaborazione tra la mafia foggiana e garganica e clan nigeriani. Quest’ultima collaborazione produce frutti nel lavoro nero in agricoltura (caporalato) e nella prostituzione a basso costo. Per quanto riguarda i minori, la mafia nigeriana fornisce “il materiale” per il settore dei trapianti clandestini, in massima parte con eliminazione del “donatore”. I nigeriani uccidono i bambini per asportare i loro organi, spesso, i minori sono presi dalle famiglie giustificando tale condotta criminosa come uccisioni sacrificali o casi di magia nera. Le loro carcasse svuotate degli organi sono seppellite nelle campagne all’interno di fosse comuni.”

“Ma è un fenomeno italiano o internazionale?
“Ogni anno nel mondo 60.000 bambini sono utilizzati nel traffico di organi umani, fruttando un miliardo e mezzo di dollari. Di essi un terzo è gestito dalla mafia nigeriana. Eppure si nasconde, si minimizza, si nega. Perché? Di certo spinti dal bisogno economico intere famiglie, hanno lasciato la Nigeria e la loro rete di parenti per venire sulle rive dell’Europa, dove non hanno protezione e nessuna prospettiva di lavoro. Il traffico di organi lega indissolubilmente insieme la mafia nigeriana, cui spetta il procacciamento delle vittime e lo “smaltimento dei rifiuti”, e le persone cd. “perbene”.

“Chi esegue l’espianto e il trapianto?
“Certamente chirurghi esperti in cliniche attrezzate. Occorrono medici, anestesisti, infermieri. Ci vogliono complici nelle istituzioni, perché una clinica non può funzionare senza di esse, tantomeno una clinica dove si fanno trapianti. Ci sono, infine, i ricchi fruitori dei trapianti clandestini. Gente stimata, rispettata, di successo, che può spendere centinaia di migliaia di euro per il trapianto e che è totalmente priva di scrupoli: la parte peggiore di tutto quest’orrore. Credo che su questo fronte convenga impegnarsi di più e in maniera concreta, particolarmente in collaborazione con la società civile, l’associazionismo – da sempre sul fronte del contrasto alle mafie – per evitare che, un domani non troppo in là da venire, ci possiamo trovare tutti a piangere sul troppo tempo sprecato senza neppure la minima forza di reagire. Di fronte a quest’orrore non ci si può fermare, bisogna continuare a tenere la guardia alta”.

“Ma alcuni giornalisti in Campania e lo stesso sindaco di Castel Volturno, affermano che il traffico di organi umani sia una fake news. Non esisterebbe a Castelvolturno..”
“Sul fatto che i trapianti non si facciano a Castel Volturno credo sia un dato certo. Altrettanto certo è che a Castel Volturno come in altri posti dove regna la mafia nigeriana vi sia il materiale primo per fornire gli organi umani. Quest’ultima affermazione si fortifica oggettivamente laddove si sa per certo che in quel Comune, ad esempio, vi sono circa quindicimila nigeriani in gran parte clandestini. Del resto è la stessa magistratura a confermare che il traffico di organi umani è altissimo in Nigeria e ha il suo mercato e la sua materia prima in Europa , Italia compresa. Perché Castel Volturno dovrebbe essere esclusa?

“Ma dove sarebbero queste cliniche? Sul litorale Domiziano? A Napoli? Finora nessuno le ha trovate”
“No, le cliniche sono nei centri attrezzati o all’estero. Alcune le hanno persino trovate e distrutte come quella del medico tedesco che dirigeva la clinica dell’UCK, nel Kossovo.. e lavorava persino in Germania. Tra i fornitori di organi umani vi erano gli indiani, i pakistani e i nigeriani. Ci vogliono complici nelle istituzioni, perché una clinica non può funzionare senza di essi, tantomeno una clinica dove si fanno trapianti”.

“E il nome, professore..”
“La clinica per espianti era in Kosovo con una appendice in Macedonia ma il nome del chirurgo non lo possiamo scrivere perché assurdamente non è indagato..”

“Perché secondo lei la FBI è allora venuta in Italia, in Campania, non è andata in Macedonia
“Si tratta di un’indagine condotta in maniera congiunta da FBI e Polizia italiana che ha assestato un duro colpo agli affari della mafia nigeriana in Campania. Le indagini americane hanno permesso di sgominare una tratta di esseri umani: persone che dall’Africa sono arrivate in Italia per essere impiegate nei mercati illegali della prostituzione e del contrabbando di organi. La Polizia italiana di Roma, Caserta, Palermo e Torino ha coadiuvato l’FBI nelle indagini. Presto dovrebbe iniziare a collaborare anche la Polizia canadese. Vedremo ancora novità nei prossimi mesi.”

“Ma allora perché l’FBI è andata a Castel Volturno ?
“Per i meccanismi operativi che riguardano gli aspetti che ho precedentemente elencato e perché a Castel Volturno c’è la più grande comunità nigeriana composta da clandestini.”

Vox

“Scusi allora se insisto; secondo lei, le mafie nostrane, Cosa Nostra, Ndrangheta, Camorra, Mafia Pugliese, collaborano con la mafia nigeriana? Sono state scalzate da questa?
“Non credo che la mafia nigeriana sia in grado di scalzare le mafie nostrane e comunque vi è certamente un rapporto proficuo di piena collaborazione e per ora la parte del dominus è ancora svolta dalle mafie autoctone. Le organizzazioni mafiose dal passato hanno imparato che non conviene mai farsi la guerra e che è sempre più conveniente trovare accordi per spartirsi il territorio e gli affari economici che esso offre”.

“Si mormora ad esempio a Torino che il pizzo ora viene richiesto dalla mafia nigeriana? Può essere?”
“Si ,potrebbe essere. Ma se così fosse questa situazione è certamente frutto di accordi tra le mafie che occupano quel territorio. Se così non fosse assisteremmo immediatamente ad una guerra tra cosche rivali”.

“Allora: secondo lei, la Camorra è stata scalzata dalla mafia nigeriana?”
“Più che di camorra parlerei del clan dei Casalesi. Ritengo che nelle zone di vecchia pertinenza dei Casalesi vi sia una momentanea supremazia dei nigeriani ma parlare di sconfitta della Camorra a vantaggio della mafia nigeriana lo escluderei nettamente”.

“Il sindaco di Castel Volturno sostiene però che i militari sono inutili a Castel Volturno, sarebbero più utili i vigili urbani a monitorare le case occupate.”
“A prescindere dal caso di specie, credo che il sindaco debba fare il suo mestiere e cioè rappresentare e tutelare la sua comunità. Le valutazioni di ordine pubblico e giudiziarie non competono a lui ma ad organi, fortunatamente, specificatamente individuati dalla legge e dalla Costituzione. A ognuno il suo mestiere! Certo che se qualche Sindaco, invece di fare polemiche o contestare le leggi, esercitasse bene il suo mandato, i propri concittadini starebbero certamente meglio”.

VERIFICA LA NOTIZIA

Il reporter Claudio Bernieri ha intervistato anche Meluzzi

“Professore, lei fu il primo a lanciare l’allarme sulla mafia nigeriana..”

“Sì, erano i giorni dell’omicidio della povera Pamela. Fu un video girato con il cellulare dal parlamentare Guido Crosetto. Quel piccolo video messo in rete ottenne poi otto milioni di visualizzazioni. Fui attaccato da ogni parte, insultato, offeso, calunniato, anche minacciato.”

“E perchè, scusi..?”
“Perché aver osato utilizzare quella parola, mafia, proprio in riferimento alla tragica morte della giovane romana. Secondo qualcuno in quel modo incitavo l’odio e la caccia contro gli stranieri. Come diceva Lenin i fatti alla fine hanno la testa dura e si presentano in tutta la loro evidenza”.

“Dunque, fu lei il primo che lanciò l’allarme…”
“Certo, Crosetto capì cosa si nascondeva dietro l’orribile omicidio di Pamela: intuì. Registrò in un video le mie parole. Fu uno shock per tutti, Che esista la mafia nigeriana ormai è sotto gli occhi di tutti, basti pensare che soltanto lo scorso anno sono entrati in Italia più di 40mila immigrati nigeriani”

“Soldati della Black Axe?”
“Molti temo già reclutati a monte da un’organizzazione criminale capillare, che ha ormai assunto il monopolio sul traffico di droga e sullo sfruttamento della prostituzione minorile, oltre che sul commercio di organi”.

“Però si minimizza, da parte dei giornaloni.. Il primo anniversario della morte di Pamela è stato fatto passare in sordina … e dalle telecroniste coccodè di Rainews 24, silenzio totale..”
“Rilevo un fatto: il culmine nefasto è stato raggiunto con la negazione di una commemorazione pubblica da parte del Comune di Macerata, decisione che giustamente ha indignato la famiglia Mastropietro. Il fatto è che Pamela e le tante piccole martiri come lei e la povera Desirèe, sono il simbolo del grave pericolo che l’Italia sta correndo. Un Paese in cui orde di persone arrivano senza alcuna possibilità di inserimento sociale, non soltanto perché non vi sono le condizioni oggettive, ma anche perché molti di questi immigrati vengono qui già con l’idea di delinquere. In questa situazione di emergenza occorrerebbero ben altre misure rispetto a quelle messe in campo. Servirebbe prima di tutto un blocco navale delle partenze dalla Libia. Il presidente Sarrāj ha detto che ci sono circa 800mila persone pronte a partire. Il problema sono i diversi milioni di profughi in partenza dal Sahel e dall’Africa sub sahariana e diretti in Europa. Mi dice lei come si può pensare, di fronte ad una previsione del genere, di poter combattere la mafia nigeriana con i soli strumenti di Polizia giudiziaria?”.

“Il processo agli assassini di Pamela Mastropietro cosa potrebbe rivelare?”
“Una vasta rete criminale che vede la mafia nigeriana operare prima, durante e dopo gli sbarchi dei migranti in Italia, perché anche gli scafisti il più delle volte sono integrati nell’organizzazione. Chi non capisce questo evidentemente è reso cieco dal buonismo imperante che continua a far credere che le migrazioni siano un fenomeno spontaneo e inevitabile. Chi si rende complice degli arrivi, ritengo non compia affatto un atto umanitario, ma criminale. La vicenda di Pamela poi è emblematica, perché ci mette davanti agli occhi una realtà ancora più sconvolgente”.

“Il cannibalismo, retaggio della preistoria, forse?”
“Sì , una preistoria che vive fra noi in barba ad ogni minima regola di civiltà. Lo dimostrano chiaramente i riti scoperti nell’ambito dell’inchiesta di Catania che pare venissero imposti agli affiliati per entrare a far parte della mafia nigeriana. Ci sono alcune città, nelle zone tribali della Nigeria, nelle cui vie si commercia ancora oggi la carne umana, ci sono filmati e inchieste a documentarlo. Il problema è che questa preistoria non è fatta solo di machete con cui fare a pezzi le persone, non soltanto di cannibalismo, ma anche di computer e smartphone, una preistoria dunque con i piedi saldi nel presente che usa i moderni strumenti della tecnologia per poter agire con la massima spietatezza. Temo che le forze dell’ordine non siano neanche del tutto attrezzate per fronteggiare questa grande piaga”

“Riassumiamo, professore. Sono qui per chiederle delucidazioni. Uno spacciatore nigeriano, ex richiedente asilo, quindi mantenuto da noi per 1-2 anni, peraltro in una cooperativa dove pare risultasse ancora a registro e che pare non fiscalmente in ordine, con richiesta di asilo respinta e che quindi doveva essere espulso, con precedenti per droga, bene, stupra, prende a bastonate, fa a pezzi pare da viva, mutila e disperde i pezzi di una ragazza italiana di 18 anni. La ragazzina si chiamava Pamela. Il tutto aiutato da altri 2 nigeriani richiedenti asilo, pusher, uno pure con moglie a carico nostro. Ma cosa succede, oggi in Italia? Non merita un libro il caso di Pamela?”
«A uccidere Pamela è stata la più spietata mafia al mondo. E le sue sette adesso stanno colonizzando l’Italia e rubano il business alle mafie tradizionali»

Non ha dubbi Alessandro Meluzzi. Chirurgo, psichiatra, criminologo, con un passato da politico nel centrodestra.
“Professore, parliamo allora della mafia nigeriana” propongo.“Parliamo del fatturato dell’ Ascia Nera : si misura in 1,6 mld di euro giro d’affari tra prostituzione minorile, raffinatissime truffe online, mercato della droga al minuto e accattonaggio”.

“E’ cosi potente?”
“Una delle associazioni massonico-esoterico-mafiose nigeriane si chiama Black Axe, cioè Ascia Nera. Non le dice niente? Perché ? Perché è una prassi fare a pezzi le proprie vittime e, in alcuni casi, mangiarne parti del loro corpo”




4 pensieri su “Mafia nigeriana, lo studio: “Sacrifici umani sui barconi””

  1. Allucinante…. E i nostri pseudo politici continuano a trastullarsi beatamente, senza voler affrontare seriamente questa calamità…
    L’ unica cosa a cui tengono : lo jus soli…

    1. Lo sanno quello che stanno facendo.
      Andrebbero appesi ai lampioni per questo.
      Forse sarebbe troppo poco per loro.

    2. Assieme a Sansonetti che minimizza tutto.
      Fategli leggere l’articolo, io sono arrivata a metà per non vomitare. Il telefono non è un water.

I commenti sono chiusi.