Governo: di un gesuita libro-manifesto su Transizione ecologica, è il Comunismo 2.0

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IL comunismo 2.0

Si parla molto in questi giorni del sedicente ministero per la Transizione ecologica del nuovo governo guidato da Mario Draghi, in realtà una sorta di ministero dell’Ambiente. Ma c’è di più. C’è, dietro questa ‘transizione’ qualcosa che nulla a che vedere con l’ambiente e l’ecologia e molto con quello che noi definiamo Comunismo 2.0 e che altri vedono come l’impoverimento della classe media portato avanti attraverso il ‘Grande Reset’.

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Un vero libro-manifesto sul concetto di “transizione ecologica” è stato scritto da un gesuita, il francese padre Gael Giraud, oggi cinquantenne, economista ed ex banchiere, che l’ha pubblicato in Italia nel 2015 con la Emi (Editrice Missionaria Italiana). Un aspetto che oggi si lega singolarmente con la circostanza di Draghi ex allievo dei Gesuiti. Anche Bergoglio è un gesuita.

Transizione ecologica, quindi, significa una società di beni comuni in cui il credito sia considerato mezzo e non fine per realizzare riforme a vantaggio di tutti e benefiche per l’ambiente: rinnovamento termico degli edifici, cambi di prassi nella mobilità, tasse più alte per chi inquina, in pratica “un’economia sempre meno energivora e inquinante”. “La transizione ecologica sta ai prossimi decenni come l’invenzione della stampa sta al XV secolo o la rivoluzione industriale al secolo XIX – spiega Giraud -. O si riesce a innescare questa transizione e se ne parlerà nei libri di storia; o non si riesce, e forse se ne parlerà fra due generazioni, ma in termini ben diversi!”.

Poi è arrivato il Covid 19 e questo progetto ha accelerato.

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“Se noi crediamo che l’Homo sapiens europeo vale più dell’Homo oeconomicus dei mercati finanziari, allora vale la pena impegnarsi nel cammino della transizione ecologica”, sottolinea ancora l’economista gesuita.

Dietro tutte queste parole che ad una lettura superficiale apparirebbero positive, c’è in realtà un progetto criminale di condivisione che nega alla radice l’identità dell’uomo europeo. C’è qualcosa di ‘amazzonico’ e dionisiaco in quest’orgia dei ‘beni comuni’. Qualcosa che nega la cultura apollinea europea che nasce proprio dal cittadino proprietario: perché non si può scindere il concetto di democrazia dal concetto di proprietà. Un uomo che non possiede e che deve tutto a qualcosa di ‘comune’ è un suddito.

Vogliono che non possediate nulla di fisico proprio per questo. La concentrazione dei beni e dell’informazione va in questa direzione: nella direzione di espropriare l’individuo senza che l’individuo si renda conto. La sedicente ‘transizione ecologica’ concepita dai gesuiti è l’ennesimo mezzo per arrivare al Comunismo 2.0.

Per loro non dovete possedere una casa vostra – IMU – ma dovete stare in affitto magari a qualche multinazionale che attraverso cartolarizzazioni si è pappata il patrimonio pubblico. Non dovete possedere un’auto perché dovete condividerla con il ‘car-sharing’. E, infine, non dovete possedere denaro fisico contante. Così si schiavizzano gli individui, togliendo loro la libertà poco alla volta e per il “loro bene”.

Tutte le rivoluzioni nascono dal desiderio di proprietari di non dipendere politicamente da chi sta più in alto, lo Stato. Basti pensare alla rivoluzione americana. Ma provate a protestare senza possedere nulla. Chi non possiede non fa rivoluzioni, al massimo sommosse. E il potere non teme le sommosse.




14 pensieri su “Governo: di un gesuita libro-manifesto su Transizione ecologica, è il Comunismo 2.0”

  1. Chissà perché dietro ogni tipo di rivoluzione da centinaia di anni c’è sempre lo zampino dei gesuiti, ora io non dico che è solo colpa loro, ci sono anche i sionisti e la massoneria, ma i Gesuiti sembrano avere le mani in pasta ovunque, in ogni evento, da secoli. Seppur in maniera meno evidente dei massoni e dei sionisti. Molto sospetta la cosa…

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