“Carabinieri di mer*a”, ecco come i senegalesi hanno circondato e pestato i militari – VIDEO

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Si apre in Tribunale a Pisa la mattina di mercoledì 10 febbraio il processo per l’aggressione ai carabinieri da parte di un gruppo di immigrati il 5 giugno 2018 in area Duomo. Un gruppo di senegalesi in rivolta contro i carabinieri dopo un sequestro.

Sono a giudizio Mahmadou Seck, 55 anni, residente a Cascina, difeso dall’avvocato Roberto Nocent; Saliou Hane, 46anni, Pisa, avvocato Tiziano Checcoli; Seynabou Seck, 49 anni, assistita dall’avvocato Valentina Abu Awwad; Mboup Mansour, 23 anni, domiliciato a Cascina, tutelato dall’avvocato Alessio Righini. Sono tutti accusati di resistenza e violenza a pubblico ufficiale aggravata. Solo a Mahmadou Seck vengono contestate anche le lesioni aggravate nei confronti di un carabiniere a cui ruppe il naso con un pugno mandandolo all’ospedale da cui uscì con 30 giorni di referto.

SENEGALESI CIRCONDANO CARABINIERI, PESTAGGIO – VIDEO CHOC

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Secondo la Procura i venditori si erano opposti a un sequestro di merce per centinaia di articoli (borse, cinture, berretti e occhiali) da parte di sette carabinieri. Il materiale era stato messo nelle auto dei militari quando gli ambulanti le avevano circondate impedendone la partenza.

E, secondo la denuncia dei carabinieri, al di là dell’ostacolo fisico i venditori avrebbero urlato frasi tipo «carabiniere di m…a; che c…o volete da noi, dobbiamo lavorare, questo è una vergogna, domani saremo di nuovo qui ad aspettarvi, ridateci le nostre cose, vergognatevi. Frasi attribuite a Hane e Mansour. I senegalesi avevano aperto le portiere per riprendersi la roba e resi protagonisti attraverso una serie di colpi contro il cofano. La scena del pugno al carabiniere nel video è l’apice della sequenza, con le sirene a fare da sfondo musicale, ancora visibile sul web. Del cazzotto è accusato solo Mahmadou.




11 pensieri su ““Carabinieri di mer*a”, ecco come i senegalesi hanno circondato e pestato i militari – VIDEO”

  1. Volevo scrivere un commento da un punto di vista diverso, ma vedo che Werner mi ha preceduto. Concordo con lui nell’attribuire una consistente fetta di responsabilità agli acquirenti che foraggiano chi vende in quel modo.

    Ah, per mettere le cose in una prospettiva “asettica”: non sono solo i Senegalesi a praticare quel tipo di traffico, perché ricordo una solida tradizione tutta nazionale fin dai tempi della mia gioventù. Oggigiorno, i poco di buono nazionali sono stati in massima parte scalzati (affiancati?) da questi malnati di nuova importazione, che in realtà non hanno inventato nulla di originale. Il che non li rende meno nocivi.

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